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Coronavirus, i sindacati: "Giù le mani dall'ospedale di Pantalla"

Le preoccupazioni di Cigl, Cisl e Uil sul futuro del nosocomio, trasformato dalla Regione in centro-covid durante l'emergenza: "Vogliono destinare i nostri servizi alle cliniche private"

"Mettere in guardia tutti i soggetti, pubblici, privati e imprenditoriali del comprensorio da possibili manovre che depauperino delle sue funzioni essenziali questo presidio che, ormai da anni, dà risposte ad una popolazione, che si attesta a circa 60.000 unità, e che risulta dislocata in un territorio piuttosto vasto con realtà a volte isolate per condizioni geografiche anche per la scarsità di collegamenti pubblici degni di questo nome". Questo l'intento della nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil della Media Valle del Tevere che, unitamente alle rispettive sigle sindacali dei pensionati, si dicono preoccupati per le sorti dell'ospedaliera di Pantalla che la Regione ha trasformato in centro-covid durante l'emergenza coronavirus. 

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"È necessario  sottolineare quante furono le lotte fondamentali che si dovettero combattere per far nascere il nosocomio comprensoriale - scrivono i sindacati -. Va sottolineato che, malgrado i numerosi dissidi e grazie alla lungimiranza e all’impegno della Regione, il progetto andò avanti e in meno di 4 anni l’Ospedale della Media Valle del Tevere, fu realizzato dalla Rpa di Perugia, nel pieno rispetto  dei tempi e della spesa prevista (41 milioni 623 mila euro comprensivi di strumenti e arredi, 22 mila metri quadrati di superficie, cinque blocchi collegati da un percorso centrale, per un costo al metro quadrato di 1.587,30 euro, 133 posti-letto, un parcheggio da 500 posti) e fu inaugurato il 21 maggio 2011. Da allora non sono mancati attacchi di ogni genere e continue denigrazioni, fino ad arrivare ad oggi, quando, causa pandemia Covid19, questa Struttura è stata destinata a presidio anti-Covid, con la chiusura del Pronto Soccorso, della Chirurgia, della Riabilitazione, della Palestra Cardiologica, R.S.A., Punto nascita e Servizi diagnostici per immagini e di Laboratorio.

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Per tutti i cittadini della MVT questo ha rappresentato un enorme sacrificio sotto ogni punto di vista. Ma tutti hanno di buon grado affrontato questa privazione, certi che, non appena fosse passata l’emergenza, l’Ospedale della Media Valle del Tevere sarebbe tornato ad essere quel presidio sanitario fondamentale per migliaia di cittadini, non solo com’era, ma anche arricchito dei mezzi messi a disposizione dalla generosità degli stessi cittadini che hanno dato vita ad una cospicua raccolta di fondi per aumentarne le dotazioni da lasciare all’Ospedale al momento della ripartenza e con creazione di una Terapia Intensiva. Purtroppo ad oggi, benché i dati sanitari siano estremamente confortanti, giungono notizie molto preoccupanti in merito alla sorte del nostro Nosocomio, tali da spingere tutti i Sindaci del Comprensorio a scrivere alla Presidente della Regione, perché vengano date tutte le rassicurazioni necessarie sul futuro della struttura e dei suoi Servizi di degenza.

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Tale preoccupazioni non nascono a caso, dal momento che:
1. rappresentanti politici della Lega chiedono a gran voce, ad esempio, la dislocazione, pressoché definitiva, di alcuni Servizi e Divisioni presso altri Nosocomi; 
2. il Direttore Generale della Sanità e Welfare Claudio Dario, altro veneto oltre l’Assessore Coletto, ha affermato, a mezzo stampa, che l’Ospedale di Foligno, altro presidio attualmente destinato a far fronte all’emergenza Covid, sarà presto riconvertito e tornerà ad essere quello che era prima, mentre per l’Ospedale di Pantalla non se ne parla ancora, cosa a dir poco bizzarra, considerando che la situazione è estremamente tranquilla e che Pantalla doveva essere un presidio per i malati leggeri di Covid19, che, con le nuove terapie, vengono ormai trattati, per la maggior parte, a livello domiciliare;
3. l’Assessorato competente, ha destinato ad alcune cliniche private, l’effettuazione dei cosiddetti interventi leggeri che potevano essere caricati tranquillamente sull’Ospedale di Pantalla, una volta tornato alle funzionalità preesistenti, al 100%.

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La nostra preoccupazione si aggiunge a quella di tutti i cittadini e dei Sindaci del Comprensorio in quanto temiamo che l’emergenza sanitaria, brillantemente superata grazie alle capacità di tutto il personale sanitario, ad ogni livello, di questa regione, fin troppe volte, maldestramente bistrattato proprio da quelli che oggi lo hanno scoperto tardivamente come presidio di qualità, possa essere usata come grimaldello nemmeno troppo sottinteso, per aprire le porte della sanità pubblica umbra alla sanità privata, connubio che in Lombardia ha dato i risultati, che tutti quanti gli italiani hanno davanti agli occhi e dei quali, crediamo, qualcuno dovrà darne conto.

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Come Organizzazioni Sindacali, ribadendo la nostra preoccupazione, suffragata da una pubblica opinione sempre più allarmata e dalla presa di posizione dei Sindaci dei Comuni della Media Valle de Tevere, chiediamo un rapido confronto con le Amministrazioni locali e con la Regione dell’Umbria per ricevere, con chiarezza, l’assicurazione del ripristino dell’Ospedale della nostra zona. Tale richiesta va intesa come una convinta difesa di un Presidio che, per motivi logistici e per condizioni strutturali, derivanti dal fatto che risulta una delle realizzazioni più recenti a livello regionale, rappresenta un tassello essenziale per la Sanità Umbra e non soltanto per il territorio della Media Valle Tevere".

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