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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Dal primo positivo il 28 febbraio alle soglie della Fase 2: ecco la strategia sanitaria della task-force umbra

La relazione completa dell'assessorato alla sanità su tutti gli interventi effettuati, gli ospedali, l'isolamento mirato, i tamponi, le terapie intensive e le squadre sui territori

Perchè l'Umbria ha ottenuto i migliori risultati sul fronte dei contagi e dei guariti in Italia? Cosa è stato fatta dalla task-force sanitaria dal primo contagio ad oggi? Come si è operato negli ospedali dell'Umbria? Quanti tamponi e a chi? Le terapie intensive si sono rafforzate con l'arrivo dei ventilatori polmonari? Tante domande che ci siamo e vi siamo fatti in questi 50 giorni di quarantena. Per rispondere, in parte, e per farsi tutti una opinione completa abbiamo voluto pubblicare integrale la relazione al consiglio regionale dell'Umbria dell'assessore Coletto.

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di Luca Coletto  - Assessore regionale sanità
“Abbiamo puntato fin da subito all’isolamento delle persone infette e al ricovero in ospedale solo per i casi in cui c’era effettiva necessità. Abbiamo potuto così proteggere ospedali e rsa, carceri e caserme. La strategia adottata si è basata sull’isolamento tempestivo sui positivi per limitare i contagi, dando precise indicazioni alla popolazione di restare a casa in caso di sintomi dubbi, evitando di recarsi autonomamente nelle strutture sanitarie, contattando invece il numero verde. Nei Pronto soccorsi sono state create tende e container, con la possibilità di fare tamponi in auto, senza rischiare eventuali contagi. Negli ospedali abbiamo separato nettamente i percorsi tra pazienti Covid e non Covid. Il personale è stato formato sulle tematiche della sicurezza e su temi specifici connessi.

Mettendo a confronto i nostri dati con quelli delle altre Regioni abbiamo visto che i dati hanno avuto un andamento costantemente migliore della media italiana per tutti i principali indicatori. Il primo caso registrato in Umbria è stato il 28 febbraio. Da quando è stata dichiarata la pandemia c’è stato un forte aumento dei decessi, arrivati in Italia ad oltre 24 mila. In Umbria ad oggi sono 61. La curva epidemica dei casi positivi totali è in leggera crescita ma dall’8 aprile si è stabilizzata. I positivi sono scesi da 1125 a 548 mentre in terapia intensiva ci sono 22 pazienti. Gli isolamenti domiciliari sono scesi da 4482 a 1375. L’indice di letalità, ossia il rapporto tra deceduti e il totale dei contagiati, in Umbria è al 4 percento, uno dei dati più bassi del Paese.

La Giunta ha attivato una task force regionale e il numero verde per garantire l’informazione sul contenimento del contagio, nei giorni di maggiore emergenza le chiamate sono state oltre mille al giorno. Con le ordinanze della presidente Tesei sono state adottate ulteriori modalità di prevenzione e gestione dell’emergenza ed attivate ulteriori strutture di protezione civile.

È stato costituito il nucleo per la valutazione dei dati epidemiologici, che opera nel Centro regionale di Foligno e monitora l’andamento dell’epidemia. Il Comitato tecnico scientifico, che fornisce indicazioni e strategie per il superamento dell’emergenza.

È stato sottoscritto con l’università di Perugia un accordo per l’assunzione a tempo determinato dei medici specializzandi. È stato varato il piano di gestione dei posti letto durante l’emergenza Covid, per differenziare gli stabilimenti ospedalieri per separare i pazienti. L’ospedale di Pantalla è stato individuato come polo per i malati da Coronavirus; l’ospedale di Città di Castello è stato in parte adibito alla terapia intensiva mentre altri 6 posti di terapia intensiva sono stati attivati a Foligno. Sono stati così attivati un numero progressivamente crescente di posti letto (terapia intensiva, subintensiva, pneumologia), adattando la rete ospedaliera all’emergenza, per garantire cure adeguate ai pazienti Covid e non Covid. Sono state individuate aree di isolamento per salutare i pazienti prima di immetterli nelle strutture, valutando quindi prioritariamente la positività al virus e difendendo la comunità e il sistema dal contagio. 

L’ospedale di Orvieto ha dovuto, nel momento emergenziale, accogliere 5 pazienti Covid (ad oggi dimessi), ma il resto della struttura ha continuato ad operare normalmente. Sono stati attivati corsi online per gli operatori sanitari sulle procedure di sicurezza legate alla gestione dei pazienti Covid. All’ospedale di Gubbio-Gualdo (Branca) sono stati donati dalle associazioni e da aziende del territorio una serie di utili apparecchiature sanitarie.

Vengono effettuate videoconferenze quotidiane con il direttore regionale sulle procedure da adottare per garantire uniformità degli interventi. Sono stati formati oltre 4.700 operatori delle aziende sanitarie e ospedaliere sulle procedure connesse alla gestione del Coronavirus.

Negli ospedali della nostra regione sono stati distribuiti 87 ventilatori distribuiti tra Terni, Perugia, Città di Castello, Pantalla, Branca, Foligno, Orvieto, Spoleto. In totale abbiamo 64 ventilatori per intensiva, 20 per subintensiva e 3 da trasporto in più. I ventilatori richiesti il 20 marzo sono stati consegnati progressivamente, gli ultimi 5 lo scorso 21 aprile. Il “Piano di gestione delle attività territoriali” conteneva indicazioni sul contenimento del contagio nelle strutture sanitarie, assistenziali, riabilitative e servizi territoriali. Ai medici sono stati forniti dispositivi di protezione individuale e alla popolazione sono state date indicazioni di evitare di recarsi negli ambulatori, telefonando invece prima di muoversi da casa. Sono state attivate unità Usca per le visite a domicilio in presenza di sospetti sintomi Covid segnalati dai medici di famiglia. Per coloro che necessitano di ricovero ospedaliero viene attivato il 118. Nelle Usca operano 57 medici di continuità assistenziale. Fino ad oggi sono stati presi in carico oltre 330 pazienti. Dal 19 marzo le aziende sanitarie e ospedaliere hanno attivato linee telefoniche di supporto psicologico, per limitare ansie e paure.

Il ministero della Salute ha individuato, come riferimento regionale, il laboratorio della Microbiologia dell’Azienda ospedaliera di Perugia e quello dell’Istituto zooprofilattico Umbria e Marche, relativamente all’analisi dei tamponi. Ad oggi sono attivi 5 laboratori che analizzano i tamponi. Fin dall’inizio è stata l’Azienda ospedaliera di Perugia ad acquistare i tamponi per poi distribuirli alle altre aziende poi sono state abilitare anche altre aziende. In totale sono stati acquistati oltre 39mila tamponi per circa 115mila euro. Altri 12.200 ne sono stati forniti dalla Protezione civile nazionale.

È stata individuata, a Città di Castello, la prima struttura utile ad accogliere pazienti in post dimissione ma ancora in attesa di accertamento della negatività dei tamponi. Sono state individuate due zone rosse, a Pozzo e Giove, per isolare le zone ad alto contagio. I risultati a Pozzo ci sono stati mentre a Giove sono in fase di verifica. Ai circa 14mila operatori del sistema sanitario regionale sono stati effettuati 4.456 tamponi, di questi 155 sono risultati infetti (1,2 percento). In totale sono stati distribuiti 13 mila 500 test sierologici alle aziende sanitarie, sono in arrivo ulteriori 15 mila pezzi. Per quanto riguarda la Plasmaterapia, la Regione Umbria parteciperà ad uno studio multicentrico per lavorare sul plasma iperimmune che potrà essere utilizzato per curare i malati di Covid. Attualmente ci sono 155 operatori positivi in isolamento. L’ospedale da campo è stato scelto per le sue caratteristiche di struttura mobile, impiantabile nella sede idonea in relazione ad eventuali eventi catastrofali.

Abbiamo garantito tutte le prestazioni mediche non procrastinabili, con percorsi di sicurezza. Stiamo elaborando la strategia per la Fase 2, basandoci su statistiche predittive per individuare la progressività che ci permetterà di limitare l’eventuale ripresa dell’epidemia. La sfida sarà proprio questa, per evitare di perdere tutti i risultati conseguiti. La situazione è pesantissima, anche a livello economico, servono interventi urgenti per garantire la ripartenza. Questo è l’iter che abbiamo seguito. I risultati che abbiamo ottenuto sono merito di tutti gli operatori sanitari ma soprattutto degli Umbri che hanno saputo rispettare le regole del Governo centrale e delle delibere regionali. Abbiamo contenuto il contagio anche se ci sono state perdite soprattutto tra gli anziani”.

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