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Venerdì, 26 Aprile 2024
Calcio

GRIFONERIE Si intravede l’identikit del Grifo ma Alvini ha ancora da lavorare

Angella e Kouan i migliori in campo a Frosinone, ma l’incursore ivoriano deve migliorare tecnicamente. I numeri “giusti” di Matos, l’adattamento di Falzerano, le “prese” di Chichizola e i tempi di Segre

Ha ragione Alvini. In questo momento, come sempre, i risultati sono importanti, ma con 35 giornate da disputare è molto più significativo, diremmo essenziale, trovare una identità di squadra (e di gioco), crescere. E se è vero che dare giudizi dopo 270’ è un grosso rischio, è altrettanto vero che a Frosinone il Perugia ha avuto momenti di gioco notevoli. Diciamo che i flash visti a Marassi si sono ripetuti, con più continuità e con alcune notazioni da sottolineare, positive e negative.

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Per esempio, la difesa non ha rischiato nulla (Chichizola ha fatto una sola mezza parata al 22’ su un destro da lontano di Garritano), nonostante Alvini avesse deciso di affrontare il Frosinone a viso aperto, anzi attaccandolo proprio dove Grosso sperava di vincere la partita. Mettendo Canotto e Zerbin larghi sulla riga del fallo laterale, Grosso puntava ad allargare la difesa  a tre per poi imbucare nel mezzo, dove non c’era un attaccante puro, con Ciano e Garritano. Ma gli è andata male. Perché Dell’Orco ha attaccato subito Canotto togliendogli spazio e corsa e Rosi ha aspettato Zerbin per ripartire. Chi copriva, allora, visto che Angella è stato sempre addosso a Ciano, aggressivo fin sulla trequarti? Burrai, che non ha fatto il regista classico, ma il mediano di copertura sul centrodestra, lasciando le incursioni a Segre.

Seconda nota: il modo di aggredire la partita, con la palla che scorre velocemente e verticalmente, consentendo, per esempio, di arrivare cinque volte in mezzora davanti al portiere avversario, mette paura. Intimorisce. Nel taccuino abbiamo registrato – simbolicamente - un attacco del Perugia dopo 4’con quattro grifoni in area (Murano, Dell’Orco, Kouan, Lisi) oltre a Carretta e Falzerano poco fuori. Rovescio della medaglia: ancora due tiri dai venti metri di Canotto (48’) e Rhoden (63’), copia conforme dei due gol subiti dall’ascolano Saric. Cioè conclusioni con il difensore del Perugia più vicino fuori portata di contrasto.

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Secondo appunto: la costruzione della fase offensiva è andata abbastanza bene come palle-gol (5 in movimento una su angolo con Sgarbi), ma le conclusioni di Murano (2), Carretta (2) e Kouan sono state tutte meno che precise. Come dire: il gol si cerca quasi con facilità, ma poi si perde per strada, sul più bello. Così come le finalizzazioni, l’ultimo passaggio. Considerando, però, che Alvini tra un po’ avrà De Luca e Matos ben rodati, sarà il caso di riparlarne tra quattro-cinque partite.

Ora sotto con le valutazioni dei singoli...

LE PAGELLE:

CHICHIZOLA 6,5 - Una deviazione bassa su rasoterra di Garritano, poi tanta ordinaria amministrazione. Ma avere un portiere non altissimo (185 centimetri) che esce in presa alta e la prende quasi sempre, oppure ha il pugno ben centrato sulla sfera per respingerla, è un bel guardare per i difensori. Da ricordare anche una uscita sui piedi di Gatti al 65’. 

ROSI 6 - Dalla sua parte si butta Zerbin ed a volte anche Garritano. Tiene con sufficiente disinvoltura, a volte va persino a chiudere la diagonale oltre Angella. Spinge poco, forse per ordine di scuderia, lasciano l’incombenza al suo pari dalla parte opposta. Becca l’ammonizione su Cicerelli appena entrato e Alvini gli concede il meritato riposo in panchina.

ANGELLA 7 - Fa l’elastico con una dimestichezza incredibile, già in pieno dentro le idee del suo allenatore. Per cui è sicuramente importante come centrale difensivo, diciamo libero a copertura dei suoi compagni ma è spesso attaccato a Ciano che non tocca quasi palla. Il capitano del Frosinone tira in porta una sola volta (19’) e pure fiaccamente. Una notizia. In più, il Signor Capitano del Grifo salva capra e cavoli con un tackle scivolato su Charpentier lanciato a rete. Era l’87’ e messo in cassaforte il pareggio s’è potuto sdraiare in terra, assalito dai crampi.

DELL’ORCO 6,5 - È lui che fa saltare subito la tattica di Grosso, perché non aspetta di essere attaccato da Canotto. E siccome anche in questo gioco chi mena per primo mena due volte, il giocatore più in forma del Frosinone va subito in confusione (lo seguo o lo lascio?), si perde tra i suoi dribbling ed esce dopo un’ora. Peccato per l’infortunio muscolare patito perché un mancino difensivo con  le sue caratteristiche Alvini non ce l’ha.

FALZERANO 6 - Per uno effervescente come lui deve essere molto ma molto impegnativo, più psicologicamente che fisicamente, trasformarsi in un “soldatino” che esegue gli ordini senza divagazioni. Finché regge fa il suo con dedizione, incluso un “body-check” con l’arbitro col quale finisce in terra (30’) ed una entrata dura su Maiello che gli vale l’ammonizione (44’). In più si danna per aiutare in copertura sia Rosi che Segre, tenendo a bada le scarse incursioni di Cotali.
Quello che non gli riesce proprio è uno spunto sulla trequarti, un dribbling vincente, un cross, pur provando a forzare molte situazioni. Dovrà continuare a studiare il ruolo e bilanciare meglio le due fasi.

BURRAI 6 - Lui c’è sempre: sul centrodestra, quasi da terzino, quando il gioco da dietro si svolge dalla parte opposta, oppure tra i due centrali o, nel finale, dietro Kouan unica punta. C’è e non sbaglia quasi mai, senza però tentare giocate importanti, risolutive, se si fa eccezione per un diagonale (36’) che si trasforma in assist per Carretta. E soprattutto calcia malissimo da fermo, sia gli angoli che le punizioni.

SEGRE 6,5 - Ha i tempi giusti per stare in quel ruolo, con tempi difensivi eccellenti (diciamo che ha gli occhi sula nuca che per un centrocampista è essenziale) ed inserimenti al momento giusto. Ma senza strafare: un tiro di poco fuori al 12’, un assist per Kouan al 14’ costituiscono il suo bottino.
 
LISI 6 - Occorreva limitare le incuriosioni di Zampano e Lisi esegue perfettamente, costringendolo sula difensiva quasi sempre. Già al 7’ potrebbe segnare ma Ravaglia gli chiude lo specchio, ci riprova al volo al 39’, poi gioca con intelligenza limitando le incursioni.

KOUAN 7 - Secondo noi è più un incursore, una mina vagante, una specie di Giovanni Tedesco, che un trequartista dietro le punte, visto che fa tutto bene, riconquista del pallone, inserimenti, persino senso del gol (12 in 68 partite col Grifo), ma sbaglia troppo spesso l’ultimo passaggio. L’imbucata. Ed a Frosinone è successo in almeno due occasioni importanti. Ora, considerando che non è più il caso di considerarlo una giovane promessa (a dicembre farà 22 anni), ma si può sempre migliorare, forse sarà il caso di trovare addestramenti efficaci in allenamento (la vecchia “forca”?). Quei fondamentali che forse sono mancati negli anni passati ad un istintivo naturale come lui.
 
MURANO 6 - Che dire? Non è un bomber da una occasione un gol, quelli giocano nei top club e in Nazionale. E a volte sbagliano pure loro (Immobile, per esempio). Però, forse proprio per questo, per essere un esordiente di 30 anni, dovrebbe avere bene in testa che a volte basta fare le cose semplici senza tentare colpi ad effetto, come nell’occasione al 7’o cercare di spaccare la porta invece di piazzarla (60’: alto in curva dal limite).

CARRETTA 6,5 - È un lottatore vero. Gioca per la squadra uscendo spesso incontro sulla trequarti, è abile a mandare in porta i compagni negli spazi. E quando sembra ormai stanchissimo, nel finale, fa una delle cose che piacciono di più agli allenatori. Lui, attaccante, insegue per 40 metri Cicerelli, pericolosamente lanciato in contropiede. Lo stende e prende l’ammonizione. Ma la Patria è salva…

SGARBI 6,5 - Non gli si può chiedere di fare il Dell’Orco, ma lui puntualmente si sgancia sula sinistra, anche molto in avanti, per creare superiorità e diversivi. Al 50’ potrebbe segnare di testa su angolo, ma la palla esce di  poco. Al 69’ indovina un lancio verticale su Matos niente male. In crescita.

FERRARINI 6 - Entra e comincia a farsi sentire subito, duramente, sui parastinchi degli avversari. Prova un inutile tiraccio da fuori (83’) di sinistro.

MATOS sv - Dopo due secondi lo stendono, poi non trova mai palloni decenti giocabili. Ma a quel punto il Grifo s’era bello che aggiustato sullo 0-0. Su di lui ci piace ribadire una cosa già scritta, ben sapendo che non tutti leggono tutto. Oltre a tanti nostri colleghi, anche il telecronista di Dazn ha sostenuto che lo scorso anno Matos ha vinto il campionato con l’Empoli segnando 7 reti in 28 partite. Ecco, sarà bene considerare, invece, i minuti giocati che sono stati 1017, cioè l’equivalente di 11 partite. Dunque 7gol in 11 partite e la matematica non è un’opinione come ben sappiamo.

CURADO sv - Un quarto d’ora senza sbavature.

SANTORO sv - Rinforza il centrocampo accanto a Segre.

ALVINI 7 - Il suo gioco, che sia un clone di Gasperini o di Juric ha poco a importanza, necessita di grandi fasi di addestramento, di movimenti mandati a memoria, di applicazione massimale. Per questo si è dimostrato abbastanza scontento dello 0-0. Il suo Perugia sta crescendo, ma non finalizza. E aspettando i gol degli attaccanti, servono altre limature indispensabili. Una su tutte la partenza da dietro, la “fase di possesso” come si dice oggi. Spesso non è fatta con la giusta velocità, il che consente agli avversari di pressare. A quel punto occorrerebbe un piano B che non sia il lancio lungo, nel vuoto, di Chichizola, visto che almeno per ora in avanti non ci sono né colpitori di testa né giocatori strutturati fisicamente per arrivare primi sul pallone.
 

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