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Cronaca

Deve rinnovare carta d'identità, ma il dipendente vuole tornare a casa prima

Riceviamo un contenuto dal Movimento 5 stelle di Perugia, su una piccola disavventura agli uffici comunali. Una donna voleva rinnovare la carta d'identità ma il dipendente ha chiuso lo sportello prima del dovuto

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

Da una segnalazione del Movimento 5 stelle di Perugia emerge questa storia che vi andiamo a raccontare su una piccola disavventura negli uffici comunali del capoluogo, dove una donna, Tiziana Ciprini voleva semplicemente rinnovare la sua carta d'identità elettronica.

"Lunedì 9 luglio 2012. Telefono allo 075075075 per sapere quali uffici sono aperti nel pomeriggio. Devo rifare la carta d'identità elettronica. Mi dicono nome, indirizzo e orario dell'ufficio: è aperto fino alle 17.

Alle 16.40 sono all'interno dell'ufficio e strappo il numeretto elimina code, ma mi si avvicina una dipendente del Comune per chiedermi cosa devo fare. Spiego e lei prova a mandarmi via, adducendo che l'impiegato addetto è da solo e ha già alcune persone in fila. Per le 17 non ce la farà a fare tutto e loro per quell'ora hanno fretta di andare via.

Non mi lascio commuovere e rimango: sono entrata a ufficio pubblico aperto e ho diritto a che il servizio pubblico, che ciascun cittadino paga, mi sia erogato. D'altronde quando andiamo all'ufficio postale mica smettono di prenderci i bollettini perché si è vicini all'orario di chiusura, oppure quando andiamo al supermercato mica il banconista si rifiuta di tagliarci il prosciutto perché si avvicina l'orario di chiusura.

In generale funziona che a una certa ora si chiudono le porte e non sono permessi altri ingressi, ma le persone che sono già dentro e in coda vengono servite e non cacciate. Ma evidentemente questo non accade per la clientela degli Uffici del Comune. Dopo di me arrivano altre 2 o 3 persone e la dipendente comunale, in veste di buttafuori del Comune, ci riprova: stavolta funziona.

Alle 17 subisco un nuovo pressing: me ne devo andare senza rinnovo e ritornare un altro giorno perché l'impiegato addetto deve tornare a casa. Insisto a rimanere (noi del Movimento Cinque Stelle siamo tipi tosti) e come cittadina desidero che mi sia erogato il servizio pubblico. Mi viene risposto che i dipendenti comunali sono sì al servizio dei cittadini ma non sono SCHIAVI DEI CITTADINI e che lui ha diritto alla propria VITA PRIVATA e non può rincasare alle 20.

Ribatto che tutto ciò è una questione interna di ordinaria disorganizzazione del lavoro, che non può ricadere sulle spalle del semplice cittadino. Chiedo di parlare con il dirigente dell'Ufficio Anagrafe e col dirigente dell'Ufficio Gestione del personale. Non c'è nessuno.

Alla fine me ne sono andata con la Carta d'identità ancora scaduta, con un foglietto con i nominativi dei responsabili degli uffici, con l'impegno, in qualità di partecipante del Movimento Perugia 5 Stelle, a rendere nota la vicenda per stimolare alcune riflessioni e si spera, soluzioni sensate, e con qualche insegnamento che se vai all'ufficio del Comune e sta per suonare la campanella vieni cacciato senza che ti sia erogato il servizio, nonostante l'orario d'ufficio dichiarato. Indignato senz'altro.

Tiziana Ciprini, Movimento Perugia 5 Stelle (già psicologa del lavoro e delle organizzazioni)

 

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