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INVIATO CITTADINO Lo Studium mette in mostra i suoi gioielli

A cominciare dalla Biblioteca storica, con la guida di Monica Fiore

Lo Studium mette in mostra i suoi gioielli. A cominciare dalla Biblioteca storica, con la guida di Monica Fiore. Responsabile del Servizio Fondi Storici, oltre che Presidente AIB per l’Umbria.

La visita è organizzata dall’Associazione Elce Viva di Michele Chiuini. Evento seguito da una folta rappresentanza di soci e amici della cultura. Fra i convenuti Mario Squadroni, Giampaolo Asdrubali, Serena Cavallini, Anna Belardinelli, Chiara Radi, Mauro Volpi, Santi Parlagreco, Michele e Giovanna Chiuini, Cristina Maddoli, Rita Floridi, Francesco Porzi… tutti personaggi fortemente legati alla conoscenza dei giacimenti culturali perugini.

Si comincia dall’ingresso del Rettorato di Palazzo Murena, soffermandosi sulla facies storica del complesso architettonico, così come raccontato nella Descrizione del Siepi, fonte autorevolissima, la cui opera è stata ristampata nel 2016 “curis et impensis” di Mario Roncetti, indimenticabile prefetto dell’Augusta. Opera di rango, venuta alla luce editoriale nel 1822, anastatica del 1971, copia manoscritta all’Augusta, ristampa dei tre volumi originali e pubblicazione per la prima volta delle “Annotazioni storiche” nel 1994. 

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La presentazione della Chiesa e del complesso vede l’intersezione di elementi di carattere storico e architettonico, traguardati attraverso le vicende plurisecolari percorse dall’Università e da questa sede settecentesca che muove dalla progettazione del Vanvitelli e del Murena.

Non è inutile porsi il quesito barocco/neoclassico, anche se la facciata della chiesa degli olivetani – come spiega l’architetto Giovanna Chiuini – unisce e coniuga armoniosamente le due dimensioni in chiave di alta contaminazione di gusto e sensibilità borrominiana. 

FOTO - Lo Studium mette in mostra i suoi gioielli


(foto Sandro Allegrini)

La visita passa per il corridoio dei calchi con le epigrafi etrusche, per giungere alla Sala Dessau coi faldoni dei decreti rettorali e l’albero genealogico degli Alfani, che annoverano il Magister iuris Bartolo da Sassoferrato.. 

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Un salto per una visita veloce al cedro dell’Atlante nel cortile interno (a breve un servizio dedicato) e poi la full immersion nella Biblioteca storica che della configurazione originaria ha conservato i medaglioni degli abati e poco più, insieme all’allegoria del Sapere, illuminato dalla grazie divina.

In questo Fondo Antico, Sala del Dottorato, ammontano – riferisce Monica a un pubblico stregato dalla bellezza degli esemplari – a ben 10473 i tomi conservati. Il che significa molte opere in più, dato che era costume rilegare insieme prodotti diversi, coniugandoli per affinità o per autore. E poi gli incunaboli, i manoscritti, i timbri che consentono l’individuazione della biblioteca di partenza.

Ciò che incanta e strega l’uditorio sono le matricole, in pergamena finemente decorata, con stemmi, loghi, capolettere. Tutto quanto, insomma, fa cultura e identità.

È proprio necessario un incontro ravvicinato dell’Inviato Cittadino con Monica Fiore, studiosa di ampia e generosa cultura. Per scoprire, e raccontare ai nostri lettori, le tante gemme celate nello scrigno dello Studium. Col Grifo ed Ercolano a fare da tutori ad una storia fatta di saperi e di sapori che attraversano le generazioni. Perché nulla vada perduto.

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