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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Progetto "Insieme si cresce-ragazzi in rete", gli studenti perugini a lezione di social network. Sei video su Perugia

Il progetto “App School” mira a creare utenti attivi ma consapevoli dei rischi e dell'impatto a livello di salute e non solo

Si è concluso con l’evento finale svoltosi presso l’istituto Cavour-Marconi-Pascal il progetto del Comune di Perugia “INSIEME SI CRESCE – RAGAZZI IN RETE APP School realizzato presso la Sala Gotica della Biblioteca degli Arconi.da novembre 2022 a maggio 2023 attraverso la realizzazione di laboratori formativi sull’uso consapevole dei social network, rivolti agli studenti dai 14 ai 17 anni. I laboratori sono stati sviluppati in collaborazione con lo staff del centro servizi giovani e l’agenzia di comunicazione “Le fucine”.

I ragazzi, nel corso degli incontri, sono stati seguiti da tutor e formatori professionali: le lezioni si sono incentrate su approfondimenti delle tecniche di creazione e produzione di video, nonché sulle tecniche di comunicazione più adeguate ai principali social. Gli incontri sono stati condotti da Giovanni Dozzini (giornalista e scrittore), Matteo Grandi (giornalista e autore televisivo), Ilaria Crocioni (comunicatrice sociale e pubblicitaria dell'agenzia di comunicazione Le Fucine), Graziano D'Angelo (fotografo e videomaker dell'agenzia di comunicazione Le Fucine). Nel corso dell'ultima lezione di ciascun ciclo di incontri i partecipanti hanno potuto confrontarsi con la giovane travel blogger Gabriella Korchmaros. Alla fine del percorso i ragazzi hanno prodotto dei video promozionali della città di Perugia.

La commissione, guidata dal vice sindaco Tuteri, ha deciso di premiare tutti e sette i video proposti: nelle prossime settimane verranno pubblicati sui social del Comune di Perugia. Al progetto hanno aderito 5 Istituti scolastici con circa 150 studenti: Liceo Statale “Assunta Pieralli”, Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Alessandro Volta”, Liceo Classico e Musicale "Annibale Mariotti", Liceo Scientifico Statale “Galeazzo Alessi” e l’Istituto “Cavour- Marconi- Pascal”.

Dialogando con gli studenti presenti in aula magna il vice sindaco Gianluca Tuteri, anche alla luce del recente incarico all’interno dell’Osservatorio nazionale per l’adolescenza, organo del ministero dell’Istruzione, ha spiegato quanto sia disturbante per il sonno, ristoro principale del cervello, l’utilizzo del cellulare dopo le ore 21, abitudine ormai molto diffusa tra i giovani. Studi dimostrano infatti, da un lato, che l’utilizzo dei dispositivi dopo le 21 riduce profondamente la capacità di attenzione a scuola e, dall’altro, che gli adolescenti hanno un ritmo biologico che li porta ad addormentarsi più tardi rispetto alle citate 21. Ecco perché le società scientifiche internazionali hanno più volte chiesto ai Governi nazionali di spostare l’inizio delle lezioni alle 8.30-9.

Altro tema affrontato da Tuteri è quello dell’abuso del cellulare, che provoca un allontanamento sociale tra i giovani: no dunque agli “scrollatori seriali” che dimostrano solo disinteresse per gli altri e per gli argomenti degli altri. E’ stato questo quadro critico ad aver suggerito all’Assessorato di dar vita al progetto “App School” che mira a creare utenti attivi ma consapevoli. Il vice sindaco ha però tenuto a precisare che la colpa di questa situazione non è dei giovani visto che il regalo più gettonato resta (fin dalle scuole medie) il telefonino. Ciò vuol dire che gli adulti danno in mano ai propri figli uno strumento delicato, non rendendosi conto che crea dipendenza, come fanno le droghe, l’alcol o il gioco d’azzardo liberando nel cervello la dopamina fonte di gratificazione. Questa dipendenza è difficile da eliminare e può creare ansia e crisi di panico.

“Cominciate dunque a riassaporare il gusto di stare insieme, perché l’abuso del cellulare toglie immaginazione, fantasia e voglia di creare e fare le cose”. Citando Benjamin Franklin Tuteri ha spiegato che al mondo esistono tre tipi di persone: gli immobili (non hanno bisogno di fare nulla), i mobili (che si aspettano i cambiamenti ma non fanno nulla) e le persone in movimento (che fanno accadere le cose). Il vice sindaco ha quindi invitato i ragazzi a mettersi in gioco, a fare le cose, non rimanendo nella moltitudine di chi aspetta che siano gli altri a muoversi. Di queste persone c’è bisogno; questa è la vera rivoluzione di cui abbiamo bisogno per cambiare il clima di comunicazione che si sta determinando.

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