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Domenica, 28 Aprile 2024
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STORIE Dalla bellissima Veronica a Michele il marittimo baffuto: "non accettavo il mio corpo, non mi amavo più"

Da un anno e mezzo in transizione, il tribunale di Terni sta per dare il via libera agli interventi: “Ho avuto un sacco di corteggiatori, adesso nei miei confronti c’è più transofobia che prima. Ma la mia arma è l’autoironia”

“Ero una gnocca, ho avuto un sacco di corteggiatori: se fossi stata eterosessuale, oggi sarei sposata e avrei quattro figli”. E invece, Veronica adesso è (quasi) Michele. “Sono un marittimo, il primo marittimo transessuale. Infatti sto facendo documenti e visite. Ma mi sto per imbarcare. E questo è l'inizio della mia libertà”.

La nuova vita di Michele comincia oggi, 13 novembre. Il tribunale di Terni ha infatti acquisito i documenti e si appresta a dare il via libera al processo per gli interventi chirurgici per l’asportazione delle ovaie e l’utero. “È l’inizio della mia libertà” racconta, spiegando alcuni dei passaggi che ha compiuto fino ad oggi, assistito dal suo legale, l’avvocato Alessandro Gentiletti: “Prendo in prestito - commenta il legale - quanto risponde Andrew Beckett in Philadelphia alla domanda 'cosa le piace del diritto? Il fatto che una volta ogni tanto...non sempre, ma a volte... diventi parte integrante della giustizia applicata alla realtà. È un’esperienza davvero eccitante quando questo avviene”.

“Fra qualche mese, sui documenti ci sarà scritto il mio nuovo nome. Intanto però il testosterone sta attaccando, sono una bomba ormonale che cammina”, dice Michele. Nato 39 anni fa a Torre del Greco (“compiuti da poco, non sono ancora nei quaranta”) racconta di avere avuto “fin da piccolo l’attrazione verso le donne”. “Il mio primo amore è stata la mia maestra di prima elementare”. Poi una storia importante a 13 anni con una sua coetanea, poi ancora un’altra. 

A 22 anni decide di raccontare tutto alla madre. “Mi ha capito, chiedendomi se ero felice. Ma non accettavo il mio corpo, non mi amavo più”. Mentre la sua famiglia, madre e fratello più piccolo, comprendono i suoi tormenti e accolgono le sue scelte. E così, qualche tempo dopo, a 28 anni, decide di cambiare e di avviare il suo percorso di transizione.

“Mi vedevo brutto, mi sono sempre sentito un uomo”. Anche se senza capirne il perché. “Parlando con lo psicologo, ha anche provato a dirmi che questo potrebbe essere dipeso dal fatto di avere perso mio padre e quindi di avere in qualche modo cercato di rimpiazzare la sua figura. Ma mio padre è morto quando io avevo 8 anni e lui 28, vittima di un incidente stradale. E io già mi sentivo uomo. Sono nato così. Purtroppo, di disforia di genere si parla poco, troppo poco”.

E Veronica? “L’ho messa in stand by, ma la ringrazio. Paradossalmente, adesso sento addosso più transofobia che prima. Il segreto, la mia arma è l’autoironia. E non vedo l'ora di poter portare una donna a cena fuori senza avere addosso gli occhi di tutti”.

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