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INVIATO CITTADINO Organo seicentesco di Santa Maria Nuova, alla Pesa. Fondazione Perugia finanzia il restauro

Lo annuncia dall’altare nella messa domenicale don Calogero di Leo

Seconda ottima notizia nella giornata di Ognissanti. Organo seicentesco di Santa Maria Nuova, alla Pesa. Fondazione Perugia finanzia il restauro.

Lo annuncia dall’altare nella messa domenicale don Calogero di Leo (in foto sotto l’antico strumento). Il dinamico sacerdote (subentrato a don Mario Stefanoni, sia nella chiesa di via Pinturicchio che in quella della Buona Morte di piazza Piccinino) è fermamente intenzionato a sostenere le ragioni di un effettivo rilancio di questa chiesa antica e bellissima. 

Quanto all’organo, l’indispensabile operazione verrà effettuata dal mago organario Eugenio Becchetti, noto per intervento al limite dell’impossibile su strumenti d’epoca. 

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L’organo di Santa Maria Nuova fu progettato da Bino Sozi, intagliato da Marco Pace, decorato da Mattiuccio Salvucci, nel 1612. 

FOTO - Organo seicentesco di Santa Maria Nuova, alla Pesa. Fondazione Perugia finanzia il restauro


(foto Sandro Allegrini)

La chiesa, una delle più antiche di Perugia, era parrocchiale fin dai primi anni del Duecento. All’inizio del Quattrocento fu assegnata ai monaci silvestrini e quindi ai Serviti, poco dopo la costruzione della Rocca Paolina.

La costruzione della Fortezza del Monmaggiore danneggiò gravemente la chiesa, posta poco a valle. Da qui la necessità di un intervento effettuato, curis et impensis, di Braccio.

Il titolo della chiesa di Santa Maria, distrutta per la Rocca, passò quindi a questa che venne appunto chiamata Santa Maria “Nuova”. C’è chi sostiene che il distacco del frammento di affresco che rappresenta la Madonna delle Grazie (XV secolo), nella cappellina a destra dell’organo, provenga proprio dalla demolita Santa Maria “Vecchia”.

Sta di fatto che l’organo di prossimo recupero risale al primo/secondo decennio del 1600.

Il bravo Eugenio avrà il suo daffare. Ricordo infatti che, già negli anni Sessanta del Novecento, noi ragazzini giravamo per la chiesa e notavamo come a quell’organo “sfiatato” mancasse qualche pezzo.

C’è peraltro da aggiungere che altri cinque-seimila euro occorreranno per la consolle che consenta di suonare lo strumento da remoto. Ma, dice don Calogero: “Un passo alla volta. La generosità di singoli e associazioni saprà sopperire a questa ulteriore necessità”.

PS. In tema di musica e ricordi, anticipo la notizia per la quale il prossimo 19 novembre si terrà in chiesa un concerto in memoria di don Mario Stefanoni. Ma avremo modo di ricordarlo ai lettori e ai non pochi estimatori e amici di questo sacerdote dotato di eccezionale cultura musical-biblico-liturgica e di altissima spiritualità. Impossibile dimenticarne l’amicizia e gli insegnamenti.

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