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Arresti e appalti truccati: il Pd si accontenta dell'autosospensione, il M5S chiede di tornare alle urne

C'è chi chiede un passo indietro per avere quanto prima una giunta e un sindaco che possano guidare in prima persona la città di Terni; ma c'è anche chi al momento si accontenta di dimissioni minori da parte degli indagati. L'Appaltopoli ternana oltre che sui banchi della magistratura si gioca anche su quelli politici a livello regionale. Nonostante gli arresti del sindaco Di Girolamo e dell'assessore ai lavori pubblici e l'avviso di garanzia ad altri esponenti della Giunta, il Partito Democratico non è intenzionato a mandare tutti a casa e di giocarsi una nuova partita elettorale seppur in anticipo sui tempi. 

Il segretario regionale Leonelli  il segretario provinciale del Pd di Terni Carlo Emanuele Trappolino e il segretario comunale del Pd di Terni Jonathan Monti per il momento si accontentano (con tanto di elogi) dell'autosospensione dal partito di Di Girolamo e dell'assessore Stefano Bucari. "Anche questa decisione - sottolineano in una nota - qualifica la serietà e la correttezza degli uomini, prima ancora che degli amministratori. Siamo fiduciosi che a seguito di un auspicabile rapido chiarimento delle loro rispettive posizioni con le autorità competenti, essi possano presto tornare a far parte pienamente e attivamente della nostra comunità di partito".

Chi invece chiede un passo indietro più forte è il senatore del Movimento 5 Stelle, Lucidi: "La città di Terni, da anni abbandonata a se stessa, ha il diritto di avere una classe dirigente politica capace di amministrare il presente e disegnare un futuro diverso da quello prospettato da questa giunta e questa maggioranza. Il rispetto verso le attività di indagini lascia il tempo che trova, qui ci vuole il rispetto dei cittadini che vogliono un Sindaco al suo posto a tutelare gli interessi dei cittadini".

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