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Domenica, 28 Aprile 2024
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Termovalorizzatore 2030 in Umbria, gli ambientalisti ascoltati in Regione: ecco i loro no, punto per punto

"La previsione di un nuovo inceneritore comporta l’aumento dei rifiuti da bruciare". Il progetto dell'impianto individuato dalla task-force degli esperti regionali

Il fronte del "no" al termovalorizzatore - previsto entro nel 2030 dal nuovo Piano dei Rifiuti dell'Umbria - è stato ascoltato a Palazzo Cesaroni, sede del consiglio regionale, all'interno della Seconda Commissione presieduta da Valeria Mancini. Il loro intervento era stato richiesto dal gruppo dei 5 Stelle anche loro nettamente contrari al Piano varato dal vice-presidente della Giunta regionale Roberto Morroni.

In prima linea contro la prassi di ricavare energia da certe tipologie di rifiuti - utilizzata in tutta Europa e dai noi nella vicina Arezzo -  Legambiente Umbria, Italia Nostra Sezione di Perugia, Zero Waste Italy, Coordinamento Umbria Rifiuti Zero e ISDE Umbria (Medici per l’ambiente) che hanno ribadito che "si tratta di  un ritorno all’indietro nel tempo, in contrasto con quanto viene richiesto oggi, a cominciare dai parametri dell’Unione europea". Ecco nello specifico i motivi di contrastro degli ambientalisti emersi in Commissione. 

1) "La previsione di un nuovo inceneritore comporta l’aumento dei rifiuti da bruciare, fino a quantità che sono impensabili per i soli conferimenti dei cittadini umbri, affinché esso sia sostenibile economicamente da chi lo dovrà edificare e gestire, senza contare che per rientrare dall’investimento serviranno decenni di incenerimento autorizzato per contratto". 

2) "Si pone in contrasto  con le buone pratiche avviate nella nostra regione, che hanno già evidenziato risultati estremamente positivi, ad esempio la raccolta differenziata spinta, porta a porta, che è entrata nelle abitudini dei cittadini dove questo servizio viene garantito e ha innescato comportamenti virtuosi e risultati incoraggianti". 

3) "Il Piano di gestione dei rifiuti della Regione Umbria torna a prevedere i modelli stradali, contenitori smart che avrebbero tutti i difetti dei vecchi cassonetti, perché non si incentiva il cittadino a far bene la raccolta differenziata e non c’è un controllo".

4) "Punto interrogativo sulla salute pubblica: non si tiene conto della qualità della vita dei cittadini che con la scelta dell’incenerimento non viene tutelata, a causa dell’inquinamento di aria, acqua e suolo conseguente".

Il presidente della Commissione, Valerio Mancini, ha ricordato che critiche e suggerimenti da parte dei rappresentanti di associazioni di cittadini  potranno essere prese in considerazione modifiche al Piano di gestione dei rifiuti.

IL PROGETTO DEL TERMOVALORIZZATORE - Il futuro termovalorizzatore dell'Umbria ha come obiettivo quello di trasformare solo rifiuti di casa nostra, certificati, per una capienza stimata di 130mila tonnellate. Il piano prevede per la realizzazione del Termovalorizzatore un investimento di 100 milioni di euro che si ammortizzeranno in 25 anni. Ipotesi di messa in funzione: 2030.  Dove sarà realizzato? Ci sarà una commissione che mapperà il territorio e terrà conto delle amministrazioni comunali per arrivare ad individuare il terreno migliore.

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