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Regionali, a novembre la legge elettorale: Pd dice no a doppio turno

Presentata la proposta ufficiale del maggior partito dell'Umbria per la nuova legge elettorale con la quale gli umbri andranno a votare nel 2015. Ecco tutti i particolari

Abolizione del listino, collegio unico, turno unico, doppia preferenza di genere, impianto proporzionale con premio di maggioranza e senza sbarramento. Sono questi gli elementi più importanti della proposta del Partito Democratico per la riforma della Legge elettorale regionale.

E' il progetto ufficiale del segretario del Pd Umbria Giacomo Leonelli, del presidente del gruppo Pd in consiglio regionale Renato Locchi e del presidente della Commissione riforme in Consiglio regionale Andrea Smacchi. Una proposta in vista dell'approvazione in consiglio regionale della nuova legge elettorale che dovrebbe entrare in vigore nel 2015 per il rinnovo del Governo dell'Umbria.

Stabiliti anche i tempi per mandare in porto la legge definitiva: “Da mercoledì inizierà la discussione in commissione – ha spiegato il presidente Smacchi – poi ci sarà una fase di partecipazione, in cui saranno organizzate audizioni con quanti saranno interessati. Quindi l’approvazione nel primo consiglio utile” indicativamente nel mese di novembre, “così da poter prevedere quattro mesi di tempo per eventuali adempimenti”.

Ora il Pd dovrà trovare la più ampia convergenza possibile tra le forze politiche o almeno all'interno della propria maggioranza di centrosinistra. Nella proposta di legge del Pd c’è la compatibilità tra la carica di assessore e quella di consigliere e nelle liste non potrà esserci un genere (uomo o donna) rappresentato con meno del 40% dei candidati.

I candidati alla presidenza sconfitti entreranno in consiglio a patto che la lista che li ha sostenuti abbia ottenuto almeno un seggio. Mentre il premio di maggioranza scatterà, non essendoci il doppio turno, almeno intorno alla soglia del 40%. Riguardo alle spese elettorali, infine, è ad oggi prevista una soglia massima di circa 30mila euro, “che potremmo pensare di abbassare almeno come norma interna al Partito Democratico.

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