rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

L'INDISCRETO di Maurizio Ronconi | Elezione Presidente della Repubblica: una nomina che rischia di passare sopra la Politica. Ecco perchè

ronconi-1-3-2Dalla nascita della nostra Repubblica l’elezione del Presidente ha rappresentato un passaggio politico particolarmente delicato, un evento seguito dall’opinione pubblica con grande interesse. Ma quello che sta per succedere la prossima settimana rappresenterà un vero e proprio evento, non solo politico ma soprattutto mediatico ed anche di costume. L’elezione del successore di Mattarella cade in un momento davvero straordinario, di sofferenze personali ed anche civili, causa la pandemia che ormai da due anni ci affligge come raramente è avvenuto perfino nei secoli passati. Un impoverimento non solo economico delle famiglie, delle attività produttive e commerciali ma anche un progressivo indebolimento del comune senso nazionale, di quel diffuso solidarismo che a noi italiani non è mai mancato.

Tanti motivi, tante ragioni perché la politica faccia finalmente la sua parte soprattutto mostrandosi capace di interpretare attese e volontà di un popolo che mai come in questa occasione giudicherà con severità comportamenti e scelte. Ed in questo, il supporto di una comunicazione immediata, globale, digitalizzata, sarà determinate. Saremo in grado, tutti, di seguire minuto per minuto quello che avverrà non solo sul palcoscenico della politica ma potremo assistere anche a quello che succederà dietro alle quinte. Potremo essere giudici severi ed informati, forse anche troppo e con troppi commentatori a dire la loro. Una informazione martellante ma probabilmente anche, come ormai avviene spesso, gridata e sguaiata.

Nella attesa delle prime sedute d’Aula quando i grandi elettori si aggireranno tra i velluti di Montecitorio, magari questa volta anche un po' impediti dalle misure per la contenzione del virus, probabilmente, l’unica grande assente continuerà ad essere la politica e con essa il ruolo degli stessi grandi elettori. A dire la verità da sempre l’elezione del Presidente della Repubblica ha prevalentemente impegnato i ristretti vertici dei partiti, i segretari, capigruppo, presidenti, ma con fondamentali differenze da quanto avviene oggi. Allora la ristretta cerchia dei leaders aveva comunque sempre una investitura popolare derivante da elezioni in cui gli elettori sceglievano i loro rappresentanti poi elevati nei loro ruoli da congressi di partito veri, battagliati, spesso sofferti e che riportavano idee e progetti oltre che le scelte delle classi dirigenti, fin dalle sezioni più piccole e disperse della provincia italiana più profonda. Dunque se non direttamente, di certo mediata da sperimentati sistemi democratici, anche le scelte dei Presidenti della Repubblica affondavano su radici schiettamente popolari.

Oggi, in queste ore, si susseguono incontri dei leader di partiti, personaggi troppo spesso non scelti dagli elettori ma frutto di strategie di palazzo, scissioni e ricomposizioni, figli di un sistema mediatico globale che vorrebbe sostituire i tradizionali riti della democrazia. In definitiva il nuovo Presidente della Repubblica sarà individuato in incontri conviviali, in case private da personaggi che in larga parte non hanno alcun mandato popolare da rappresentare. Capi di partiti che non hanno mai partecipato ad un Congresso democratico e in qualche caso, come succede a Conte, ma anche a Draghi, mai sottopostisi ad un giudizio elettorale ma comunque catapultati ai vertici del sistema istituzionale.

E in tutto questo i grandi elettori attenderanno l’esito degli incontri dei capi per ricevere le indicazioni di voto e scrivere il nome del prescelto sulla apposita scheda che deporranno nella vellutata urna dell’Aula. Sarà pure la legge del contrappasso che colpisce parlamentari eletti non per volontà popolare ma grazie all’ordine guadagnato nelle liste dei partiti di appartenenza, ovvero grazie alla benevolenza dei loro capi, ma di certo l’elezione del Presidente della Repubblica passerà inevitabilmente sopra, e non di poco, alle loro teste, non avranno voce in capitolo, non decideranno alcunché, saranno comparse non di seconda ma al massimo di terza fila. A meno che. A meno che qualcuno decida, con indomito coraggio, se coraggio sarà e non invece semplicemente convenienza, di trasformarsi, si fa per dire, da agnello in lupo e diventare franco tiratore. Nel segreto dell’urna, con il voto segreto. Dissociarsi da quanto deciso nei ristrettissimi vertici dai loro capibastone.

Non che i franchi tiratori non ci siano stati anche in passato, anzi, però allora erano incoraggiati prevalentemente da motivazioni politiche, da scelte, se non ideali, politiche, oggi invece solo da una sterile ed inconcludente protesta o al massimo da calcoli buoni per allontanare il più possibile la iattura delle elezioni anticipate. E c’è che dice che oggi la nostra democrazia sia più matura. Questo non è e non sarà sino a quando le Aule continueranno ad essere frequentate da truppe di parlamentari democraticamente inutili.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'INDISCRETO di Maurizio Ronconi | Elezione Presidente della Repubblica: una nomina che rischia di passare sopra la Politica. Ecco perchè

PerugiaToday è in caricamento