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Verso le elezioni, Italia Viva di Renzi tra centro autonomo e il ritorno amaro con il Pd alleato. Mori e Preiti: "Agenda Draghi nostra bussola politica...."

Italia Viva di Matteo Renzi è stata fondamentale in Parlamento per far cadere il Governo Conte Bis con l'obiettivo di portare alla guida del Paese del super-banchiere Mario Draghi che ha cercato di blindare dopo la crisi provocata dal Movimento 5 Stelle e culminata con la caduta del Governo e il ritorno alle urne il 25 settembre prossimo. Ora però Italia Viva - i sondaggi indicano tra il 2.5% - 3.5% - deve in queste poche settimane cercare di ritornare in Parlamento e magari promuove un governo bis di Draghi. La più forte è la tentazione di una coalizione di centro per mettere le basi del grande centro di governo che da tempo si ipotizza. Nessuna alleanza con il centrodestra e con il Pd. Ma questa scelta molto dipenderà dagli alleati centristri che, a causa del poco tempo per cercare voti, preferiscono andare sotto il cappello del Pd a cui si chiede, ormai cosa fatta, di lasciare il Movimento 5 Stelle di Conte.

Italia Viva ancora non ha scelto consapevole dei rischi di finire nell'orbita del Pd (essere cespuglio e contare poi praticamente nulla con una piccola delegazione). Unica certezza che il programma e la posizione culturale-politica per la campagna elettorale è il draghismo sempre e comunque. “Grazie a Draghi per aver condotto il paese ad affrontare meglio di tutti la pandemia, per aver rilanciato l’economia e contenuti gli effetti negativi delle emergenze, per aver corretto e realizzato il PNRR e tanto altro. Ha risollevato il paese dal disastro nel quale ci avevano precipitato populisti e sovranisti" hanno ribadito i dirigenti di Italia Viva Nicola Preiti ed Emanuela Mori " Il 25 settembre si vota. E Italia Viva farà tesoro dell’Agenda Draghi, un patrimonio che ci ha regalato, e che intendiamo valorizzare aggregando intorno ad essa le migliori forze riformiste per vincere le elezioni e chiudere finalmente con questa subcultura populista e sovranista ovunque collocata". Tra le righe si capisce che Renzi non ha ancora deciso la strategia - centro autonomo o centrosinistra - ma solo il nemico: il centrodestra a guida Meloni.

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