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Vita da Margherita (Scoccia). "Il mio tesoro è la famiglia. La Perugia che voglio? Viva, contemporanea e green. Fare squadra il motto"

Alla candidata del centrodestra per le amministrative di Perugia abbiamo chiesto di presentarsi a 360 gradi: prima come madre, poi come professionista e infine raccontare la filosofia politica che ispirerà la sua eventuale amministrazione in caso di vittoria nelle urne di giugno

Seppur non ufficialmente siamo già in campagna elettorale: prima di entrare nel vivo dei programmi e della visione di Perugia le chiediamo di descrivere Margherita Scoccia, che la stragrande maggioranza dei perugini ha conosciuto o sta conoscendo come leader del centrodestra più civici ed esperta assessore all'urbanistica? «Sono innanzitutto una donna. Ho 45 anni, sono la mamma di due splendidi bambini di 9 e 11 anni, moglie di Pierpaolo. Sono una donna fortunata perché ho la fortuna di avere al mio fianco una famiglia splendida. Sono loro il mio tesoro più grande. Ho anche due cani: un labrador che si chiama Stella e un setter di nome Zoe. Di professione faccio l’architetto e da cinque anni sono assessore all’Urbanistica del Comune di Perugia. Sono una persona curiosa ancora capace di emozionarsi e di meravigliarsi. Non credo sia una vergogna confidare di essermi emozionata mentre ascoltavo la storia commovente e le note di Giovanni Allevi al pianoforte del Festival di Sanremo, quel Giovanni Allevi che si è diplomato al Conservatorio di Perugia».

Cosa risponde a chi la definisce una ragazza acqua e sapone? «Non la trovo un’affermazione negativa. Posso dire che ‘Acqua e sapone’ è uno dei film di Carlo Verdone che apprezzo di più, anche se mi piacciono tutti… ‘Acqua e sapone’ è quello in cui il bidello laureato finge di essere un sacerdote, Padre Spinetti, e diventa precettore di una giovanissima e famosa modella americana. Quel film ha tempi comici strepitosi. Il balletto nel finale del film sotto la canzone degli Stadio è memorabile».

Torniamo alla politica. Lei come assessore viene molto apprezzata per i suoi modi moderati e per l’abilità, caratteristica sempre più rara, di saper fare squadra. Perché ha scelto di candidarsi? «Ho scelto di candidarmi perché di questa città sono letteralmente innamorata. Ho lavorato molto all’estero, ho avuto numerose opportunità professionali che mi avrebbero portato lontano dall’Italia e da Perugia ma sono voluta restare qui perché in questa città sono nati e crescono i miei figli. A loro, ai nostri ragazzi innanzitutto, dobbiamo offrire un futuro qui. E dobbiamo farlo adesso. In questi ultimi dieci anni Perugia è stata letteralmente salvata, la città era in ginocchio ma ha trovato la forza di risollevarsi. Ve li ricordate i titoloni dei giornali ‘Perugia capitale della droga’? Ebbene, l’amministrazione Romizi tra mille sacrifici è stata capace di rimetterla in piedi. Tutti insieme abbiamo preso la rincorsa, ora siamo finalmente pronti al grande salto, come Tamberi». 

È stato ricostruito il rapporto tra l’amministrazione e la gente. Ma si può fare di più? «Si deve fare di più, soprattutto adesso che il bilancio è stato messo a posto. Di Romizi rimarrà il metodo, lui sarà ancora un prezioso consigliere. Voglio continuare a lavorare in stretto rapporto con la cittadinanza. Vede, l’eredità di Romizi è anche questa, l’aver avvicinato le persone all’amministrazione, senza filtri e intermediazioni, in un rapporto orizzontale. La vera sfida, ora che ci siamo rialzati, è continuare a lavorare per il bene di Perugia e posizionarci ancora di più al centro del sistema Umbria, che poi significa al centro dell’Italia. La mia idea di città è chiarissima: rigenerata, sempre più abitabile, sempre più accogliente verso i turisti e ancor più sicura per tutti».

La sicurezza è un tema importante. Che genere di responsabilità si sente addosso?  «Ho intenzione di portare avanti un cambiamento che nei fatti è già in atto. Interromperlo adesso significherebbe per Perugia e per "nostri figli commettere un errore imperdonabile. In questi anni abbiamo fatto tanto ma c’è ancora tanto da fare. Ho molto chiaro in mente il progetto di città metropolitana, green e contemporanea, che non dovrà guardare solo al proprio perimetro ma sappia diventare centrale. Punteremo ancora sull’amministrazione amica del cittadino, non vessatoria e neppure rivoluzionaria come vorrebbe qualcuno: io metto sempre le persone al centro. Il dialogo e la condivisione con i cittadini e le associazioni sono valori da preservare ad ogni costo, investendo ancora sulle migliori energie della città per fare squadra con le Istituzioni e le Università».

Se il suo sogno di diventare sindaco si avverasse come immagina la Perugia disegnata da lei e dai suoi alleati?«Immagino una città che sappia trovare il coraggio di essere leader, coordinatrice di un territorio ampio. Le politiche di sviluppo devono oltrepassare i confini comunali per stimolare la crescita e allo stesso tempo attrarre i territori circostanti». 

Margherita Scoccia a quali figure di riferimento si ispira?

«Mi vengono in mente Maria Montessori e Luisa Spagnoli, donne straordinarie interpreti di modernità. E poi il Geografo del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry: quando i due si incontrano il protagonista del libro pensa di aver conosciuto una persona che fa un mestiere utile. Il Geografo studia cose durature come i fiumi e le montagne, ascolta i resoconti dei viaggiatori e prende nota con la matita. Poi, dopo aver portato avanti altre indagini, scrive in maniera definitiva con la penna la posizione degli oceani, dei fiumi e delle montagne. Il Geografo annota solo le cose perenni, non quelle effimere».

A chi è venuta in mente l’idea di proporre il suo nome per la candidatura? «L’assessorato all’Urbanistica è molto impegnativo ma offre l’impareggiabile opportunità di avere una visione ampia e di insieme. Abbiamo seminato e lavorato bene in questi anni, i perugini hanno apprezzato i risultati innegabili che la nostra coalizione ha ottenuto insieme tenendo unite le forze. Senza nessun tipo di scandalo. La mia candidatura non è figlia di nessun algoritmo di partito, la scelta è venuta da dentro. Andrea (Romizi, ndr) è il segretario regionale di Forza Italia, che non è neppure il mio partito perché io sono iscritta a Fratelli d’Italia».

Ecco, alcuni la considerano troppo di destra e le contestano di essere stata iscritta al Fuan ai tempi dell’università.  «È un errore storico. Sono stata iscritta ad Azione Giovani. E, comunque, al Fronte universitario d’azione nazionale è stato iscritto anche il giudice antimafia Paolo Borsellino».

Margherita Scoccia, lei ha già raggiunto un record in casa centrodestra: è la prima candidata sindaca annunciata prima del centrosinistra e per giunta a 4 mesi dalla campagna elettorale, con una coalizione numerosa, ricca di civici e centristi (pezzi del Terzo Polo) già formata: come siete riusciti a trovare la quadra politicamente? «La coalizione di centro destra e civici è molto compatta, c’è grande entusiasmo e partecipazione di gente che vuole mettersi in gioco per portare avanti un progetto in evoluzione dopo dieci anni di Romizi. Il senso di squadra è importante, la nostra è una comunità umana fatta di persone prima ancora che politica. C’è un atteggiamento aperto e di condivisione, nessun preconcetto di natura partitica, questa maggioranza è propositiva e non trovano spazio personalismi».

Che valutazione dà all’opposizione e alle candidature del cosiddetto ‘campo largo’?  «Preferirei parlare di noi e di quello che vogliamo fare per Perugia. Non mi piacciono le polemiche. È un fatto, però, che forze politiche che hanno sempre litigato tra loro, spesso perfino dentro lo stesso partito, ora si uniscono sotto un promiscuo cartello elettorale. L’opposizione? In questi anni non ho colto molte proposte, più che altro battaglie ideologiche. Credo che l’opposizione non abbia saputo leggere i grandi temi, erano sempre troppo impegnati a discutere tra loro su questioni lontane dai cittadini. Tutti i giorni in Comune mi sono accorta che le visioni erano spaccate dentro lo stesso Pd e con il M5s, che adesso si propongono insieme come alternativa».

Riguardo le sue liste, invece, cosa può anticiparci?  «Saranno otto. Le tre liste dei partiti del centro destra più anime civiche di diverse estrazioni».

In caso di ballottaggio con chi stringerà alleanze?  «Al ballottaggio io neanche ci penso. E poi perché me lo chiede, c’è qualcuno così sicuro che non vinciamo al primo turno?».

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