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IL SOCIALISTA di Aldo Potenza | Sui motivi del declino del centro-sinistra: non basta contrapporsi, serve una visione futura

Ieri sera, grazie ad un cortese invito di ART 1, ho potuto ascoltare alcuni importanti interventi sulle cause del declino elettorale del centro sinistra in Umbria, ma con analoghe motivazioni anche in altre regioni italiane. Di particolare rilievo è stata l'analisi compiuta dal Prof. Bracalente, che oltre ad essere un attento osservatore delle dinamiche economiche ed elettorali dell'Umbria, alcuni anni fa ricoprì anche il ruolo di Presidente della Giunta regionale umbra. In telegrafica sintesi Bracalente ha sostenuto che in Umbria, ma anche altrove, il declino elettorale del centro sinistra ha precise motivazioni nel degrado economico regionale. Infatti se nel 2008 il PIL umbro era di 5 punti inferiore alla media nazionale, recentemente è di ben 15 punti indietro. La causa è la bassa produttività del lavoro ragionale (di 15 punti sotto la media nazionale); i bassi salari e la scarsa qualità del lavoro; la insufficiente ricerca e la scarsa innovazione; il costo del lavoro rimasto invariato negli ultimi venti anni e di 10 punti inferiore rispetto alla media nazionale; la mancata crescita dell'occupazione.

Questi alcuni dati che forniscono il quadro del declino del sistema economico regionale perseguito dal centro sinistra e che spiegano l'arretramento dal 2008 del consenso elettorale fino alla situazione attuale. Analoghe situazioni si sono prodotte nelle Marche ed altrove. Senza avere la pretesa di dar conto della vasta analisi compiuta nel corso dei vari interventi, credo sia utile però riferire la preoccupazione del segretario della CGIL Vincenzo Sgalla che oltre a lamentare la scarsa attenzione posta negli ultimi 10 anni ai sintomi della crisi incombente del sistema umbro, ha manifestato preoccupazione per la mancanza di un orizzonte strategico di ripresa e sviluppo da parte della attuale maggioranza di governo umbro resa evidente dalle proposte di utilizzo delle risorse attese da Recovery Plan.
  
Di grande respiro l'intervento di Luigi Agostini delle Marche che oltre ad aggiungere altre interessanti valutazioni sulle carenze presenti nella individuazione degli assi di sviluppo necessari per uscire dal declino, ha posto una questione politica fondamentale,ovvero l'assenza di un rapporto fra la sinistra politica e il sindacato. E' una denuncia assolutamente condivisibile che pone in evidenza l'afasia della sinistra politica ed in particolare del PD che non riesce a rappresentare un partner adeguato alle difficoltà esistenti.

Come ho affermato il dibattito è stato molto interessante non solo perché si comincia a tentare di spiegare le ragioni della perdita di consenso elettorale, cosa che pare non sia più una attività dei partiti come invece avveniva in un passato non molto lontano, ma serve a suonare la sveglia a chi immagina che opporsi a chi governa sia sufficiente per raccogliere consensi, mentre occorrerebbe saper delineare un orizzonte capace di disegnare il nuovo futuro economico e sociale della Regione costruendo una nuova classe dirigente credibile.

I socialisti, ampiamente non ascoltati al tempo del PCI, sin dal 1980 posero la questione della innovazione tecnologica come scelta di politica economica ed industriale (vedere gli atti pubblicati dalla regione umbra); furono anche sostenitori, sempre negli anni 80, dello sviluppo delle energie rinnovabili ed avanzarono delle proposte (vedere gli atti pubblicati dalla regione); aprirono una ampia discussione sulle nuove occasioni fornite dalla finanza. Purtroppo capita sempre che il conservatorismo abbia la meglio su chi apre nuove frontiere che pongono in discussione gli assetti consolidati e prima o poi si pagano le conseguenze.

Oggi Socialismo XXI ha ripreso la strada della proposta. Speriamo che le barriere politiche, la difesa dei piccoli recinti elettorali, non chiudano la porta alla discussione che, prima ancora dell'interesse alla ricostruzione del centro sinistra rinnovato, riguarda il futuro delle nostra regione.

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