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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Vaccini in Umbria, interrogazione Pd: "La Regione in ritardo sull'antinfluenzale"

I consiglieri regionali dem alla Giunta Tesei: "Nonostante le rassicurazioni dell'assessore Coletto mancano ancora la metà delle dosi per le categorie a rischio sotto i 65 anni"

Un'interrogazione sulle vaccinazioni. Ad annunciarla i consiglieri regionali del Partito Democratico, che chiedono alla Giunta Tesei “quali azioni intenda porre in essere per la riorganizzazione del servizio di vaccinazioni”, sottolineando come sia "necessario garantire tutte le vaccinazioni riducendo i ritardi e garantendo il personale”.

Secondo i firmatari Tommaso Bori, Simona Meloni, Fabio Paparelli, Donatella Porzi e Michele Bettarelli “l’Umbria è in ritardo sul fronte della vaccinazione antinfluenzale che, complice la concomitante vaccinazione anticovid, rischia di slittare provocando dei danni incalcolabili, con un maggior rischio di epidemie, di malattie prevenibili e un maggior numero di persone suscettibili in circolazione. Il tema della riorganizzazione del servizio - spiegano i consiglieri dem - è quanto mai urgente, a fronte delle evidenti necessità di assunzione di personale, della inadeguatezza delle strutture sanitarie, di approvvigionamento delle dosi vaccinali necessarie e per l’ampliamento e la riorganizzazione dei servizi, a fronte della necessaria differenziazione tra vaccini Covid e non Covid”.

Il documento dei consiglieri del Pd sottolinea come, in questo momento, “l’Italia si sta preparando alla grande campagna di vaccinazione contro il virus SarsCov2 con un piano che prevede l’individuazione, in Italia, di 300 punti di somministrazione per la distribuzione di 3,4 milioni di dosi. La prima somministrazione andrà effettuata nelle strutture ospedaliere e in Umbria ne andranno individuate 4, ognuna per duemila persone in 15 giorni. Le dosi per l’Umbria, nella prima fornitura, sono 52mila, per 26mila persone. In questo quadro - proseguono i consiglieri Pd - in Umbria mancano ancora la metà delle dosi del vaccino antinfluenzale per le categorie a rischio, sotto i 65 anni, tra cui i cardiopatici e i pazienti fragili. Il tutto, nonostante le rassicurazioni dell’assessore Coletto che, rispondendo a una interrogazione, aveva detto che sarebbero arrivate entro l’inizio di dicembre. Le farmacie, che pure hanno ribadito l’importanza del vaccino antinfluenzale per favorire le diagnosi differenziate del Covid in vista del picco previsto tra fine dicembre e inizio gennaio, non hanno consegne previste”.

Ecco dunque che secondo i consiglieri del Partito democratico "emerge un’urgente necessità di riorganizzazione per garantire le dieci vaccinazioni ai nuovi nati, quelle raccomandate e quelle obbligatorie. Serve quindi intervenire - concludono - per far fronte anche alla generale riduzione delle normali attività vaccinali che, durante la pandemia, sono
avvenute in modalità non omogenee anche a causa di un personale sanitario pesantemente sotto organico”.

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