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Cronaca

Umbria Mobilità, se non si ricapitalizza c'è rischio default

L'azienda Umbria Mobilità si trova in grande difficoltà finaziaria, tante le cause tra cui il credito di 60 milioni con la regione Lazio e il Comune di Roma

Umbria Mobilità viaggia a vista e in acque che promettono tempesta. Poco è rimasto di positivo del grande progetto di azienda unica regionale e nulla si è chiarito dopo la conferenza stampa di questa mattina delle Segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal ed Orsa al termine dell'incontro con i vertici aziendali di Umbria Tpl e Mobilità.

I problemi sono tanti, dovuti sia al riassetto dopo l'unificazione delle varie società, sia ad una gestione poco lungimirante, sia a problemi di recupero di crediti dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma. Crediti, circa 60 milioni di euro che hanno scatenato un effetto domino nei conti aziendali, al fronte dei quasi 150 milioni euro in garanzia per gli appalti romani.

Le questioni aperte sono svariate e partendo dalla situazione dei lavoratori, i vertici aziendali hanno garantito che gli stipendi, che dovevano essere pagati il 10 di gennaio, verranno erogati il 15.  L'azienda ha fatto presente che in un futuro non tropo lontano, ma ancora non è chiarissimo come, vorrà recuperare 5 milioni di euro attraverso nuove politiche sui dipendenti e sulla flessibilità del lavoro.

Il problema cardine resta la liquidità e l'azienda secondo piani già stabiliti, ha assoluto bisogno di un aumento di capitale che può arrivare solo dagli enti proprietari: "fin ora solo la Regione ha messo dei fondi - sottolinea Cristiano Tardioli segretario regionale Filt Cgil - mentre la provincia di Perugia che aveva erogato un prestito pochi mesi fa, invece di trasformare tali fondi in capitalizzazione come gli compete essendo socio, sta mensilmente ritirando il proprio capitale mettendo a rischio l'azienda stessa. Chiediamo in incontro urgente con gli enti proprietari per capire cosa faranno se ricapitalizzeranno o se entreranno altri soci".

Incontro sindacati - Umbria Mobilità

Il rischio di default è serio, così come quello di blocco dei servizi, e per i sindacati non c'è nessuno che prenda il coraggio di assumersi le responsabilità: "Non possiamo pensare di ritrovarci nel management le stesse facce che ci hanno portato a questo punto - sottolinea Giorgi Gianluca segretario Fit Cisl - non si capisce l'azienda che vuole fare, se ha un piano industriale o un piano di rientro. Crediamo che non basti più ricapitalizzare bisogna essere capaci di far ripartire l'azienda con investimenti e con un reale piano industriale".

"Tutto quello che doveva servire per far lavorare l'azienda unica, non è stato costruito - aggiunge Paolo Bonino del Faisa - il biglietto unico, il progetto di bacino unico dove sono? Chi doveva costruire la grande azienda unica umbra dei trasporti a questo punto ha fallito".  

Grave resta il paziente Umbria Mobilità e le cure che si conoscono potrebbero risultare inefficaci e se i sindacati hanno fatto presente come sia importante rilanciarsi vista la situazione di quasi non ritorno. Si auspica che si possa trovare un soluzione concordata tra le parti, perché nel futuro prossimo chi pagherà saranno i lavoratori ma anche e soprattutto i cittadini che non potranno più usufruire dei servizi di trasporto pubblico.

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