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Cronaca

“Rinuncio alla prescrizione, voglio essere assolta”, ma la Cassazione dispone un nuovo giudizio in Corte d’appello

L'imputata non ci sta all'accusa di aver truffato l'Inps

“Rinuncio alla prescrizione, voglio essere assolta”, ma la Cassazione dispone un nuovo giudizio in Corte d’appello.

La ricorrente aveva contestato la sentenza con la quale la Corte di appello di Perugia, in sede di rinvio a seguito di annullamento disposto dalla Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione” aveva dichiarato estinto per prescrizione il reato di truffa ai danni dell’Inps per i contributi non pagati ai dipendenti. Nel ricorso si contestava l'annullamento della sentenza perché emessa senza disporre la citazione dell'imputata e, così, violando il diritto a difendersi.

Secondo i giudici della Cassazione il ricorso è fondato e va accolto perché la Corte d’appello ha preso atto dell’intervenuta prescrizione, ma “anche nel caso in cui sia intervenuta nelle more del giudizio di impugnazione la prescrizione del reato, è tenuta a procedere in udienza, nel contraddittorio fra le parti, anche in vista di una possibile rinuncia dell'imputato alla prescrizione, ovvero della interlocuzione in ordine all'eventuale applicazione di formule più ampiamente liberatorie”.

Per la Cassazione la decisione che aveva portato alla condanna della donna era generica nelle argomentazioni, soprattutto per il coinvolgimento dell’imputata nella gestione della ditta individuale, facente capo al coimputato, e, soprattutto, nella gestione delle attività contabili e amministrative inerenti le posizioni contributive dei dipendenti, oggetto della truffa.

Quindi nuova trasmissione degli atti alla Corte di appello di Perugia per il giudizio che, previa notifica all’imputata, porterà a una nuova declaratoria di prescrizione.

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