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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Prende i soldi pubblici per l'autoimpiego, ma poi chiude l'attività: condannato

La Corte dei conti ha stabilito la restituzione di oltre 26mila euro a favore di Invitalia

Usufruisce di un finanziamento per l’autoimpiego, ma chiude l’attività prima dei cinque anni previsti dalla legge.

La Corte dei conti dell’Umbria ha condannato un uomo, difeso dall’avvocato avv. Emidio Mattia Gubbiotti, che aveva ottenuto da Invitalia oltre 26.520 euro per favorire l’autoimpiego attraverso l’avvio di attivitità autonome.

Tra gli obblighi previsti dalle norme, però, c’era anche quello di svolgere la propria attività per un periodo minimo di 5 anni. Il soggetto citato dalla Corte dei conti avrebbe ottenuto il finanziamento nel 2008, ma nel 2012 l’attività non esisteva più.

La difesa dell’uomo ha, in primo luogo, eccepito la prescrizione e, poi, sostenuto che la chiusura era dovuta a “difficoltà economiche, constatando un’evidente riduzione di ricavi e aumento di costi”, ma di aver comunicato alla Bic Umbria (la società regionale di Invitalia) l’interruzione dell’attività e di aver inviato tutta la documentazione già nel 2011.

Per i giudici contabili la prescrizione non è ancora intervenuta e dai documenti risulta la cessazione dell’attività economica prima del termine previsto, con violazione degli obblighi assunti, non a titolo di dolo, ma di colpa.

Da qui la condanna a risarcire 26.520,98 euro, con interessi legali e spese processuali.

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