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Cronaca

Condannata per aver intascato la caparra per l'auto messa in vendita online: "Mi hanno rubato l'identità"

Secondo la difesa l'imputata aveva messo l'annuncio, ma qualcun'altro ha condotto la trattativa, falsificato l'atto di proprietà e preso i soldi

Condannata a otto mesi di reclusione per truffa, consistita nell’aver messo in vendita un’automobile su internet, incassato il denaro della caparra ed essere sparita.

L’imputato, difesa dall’avvocato Luigi Costa, però, si è sempre proclamata innocente, affermando di essere stata vittima di un furto di identità e di non aver mai messo in vendita la vettura. Dubbi anche su un certificato di proprietà in possesso della vittima del raggiro.

La Procura di Perugia contestava all’imputata di avere “con artifizi e raggiri” messo in un sito di compravendite un annuncio per una Clio “inducendo in errore” un acquirente “circa la effettiva disponibilità del bene offerto in vendita e ingenerando nello stesso affidamento circa la possibilità di concludere l’affare”, facendosi “accreditare la somma di 500 euro, quale acconto per l’acquisto” con un bonifico su una carta ricaricabile “prima della consegna effettiva del mezzo, in realtà mai consegnato” e procurandosi così un ingiusto profitto.

Il difensore proporrà appello anche sulla base di alcuni elementi emersi durante il dibattimento e che propendono per il non coinvolgimento della sua assistita nei fatti. L’imputata, infatti, si sarebbe limitata a pubblicare l’annuncio di vendita online e, come ammesso dalla persona offesa in dibattimento, la trattativa sarebbe stata portata avanti da un altro soggetto. La vittima del raggiro per verificare che la macchina esisteva davvero aveva fatto anche una visura al Pubblico registro automobilistico dalla quale risultava che il proprietario fosse proprio lo stesso soggetto con cui era in trattativa per la vendita.

Per il giudice di primo grado, però, l’imputata sarebbe stata responsabile della truffa e, quindi, condannata.

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