Beccata alle casse con la borsa piena di vestiti non pagati, ma non c'è la querela e se la cava
La donna era accusata di furto: non si era accorta che un capo d'abbigliamento aveva una seconda placca antitaccheggio
Accusata di taccheggio in un negozio, finisce sotto processo per furto, ma con la riforma Cartabia e un difetto di querela si salva dalle accuse.
L’imputata, difesa dall’avvocato Luca Pietrocola, era accusato di aver tentato di rubare “previa rimozione delle placche antitaccheggio, di sei capi di abbigliamento, del valore complessivo di 91.90 euro” esposti sugli scaffali di un attività commerciale a Taverne di Corciano.
Secondo l’accusa la donna avrebbe messo i prodotti all’interno di una borsa, per poi tentare di passare la barriera delle casse, facendo scattare l’allarme delle apparecchiature antitaccheggio in quanto “in un capo non era stata rimossa una seconda placca”.
La Procura di Perugia contestava anche l’aggravante di aver commesso il fatto usando violenza sulle cose, cioè la rimozione dai capi d’abbigliamento delle placche antifurto.
L’episodio è avvenuto il 31 ottobre del 2019 e oggi è stato dichiarato il non doversi procedere per mancanza della querela.