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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Perugia, rinuncia al furto perché visto da un passante: ladro condannato

Sentenza definitiva: "Aveva già forzato la portiere, non ha desistito dal compiere il reato per un motivo personale, ma perché scoperto"

“Il mio cliente ha visto l’auto aperta e ha pensato a un furto, per questo guardava nell’abitacolo”, ma un testimone lo incastra: condannato a dieci mesi di reclusione.

L’imputato, un pregiudicato perugino, è stato condannato in via definitiva dopo la sentenza della Cassazione per furto in un’automobile parcheggiata avvenuto il 2 dicembre 2012 a Perugia, quando era stato visto da un testimone aprire l'autovettura “e dopo averne ispezionato l'interno, accortosi di essere osservato, si era allontanato senza prendere nulla”.

Secondo i giudici non è configurabile la “desistenza volontaria” o il “tentativo incompiuto”, ossia “fino a quando non siano stati posti in essere gli atti da cui origina il processo causale idoneo a produrre l'evento”.

Cioè il ladro non ha rinunciato al furto per un suo motivo personale, un rimorso o altro evento a lui imputabile, ma solo perché si è accorto di essere stato visto. Da qui la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, con conferma della sentenza e condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di 3mila euro in favore della Cassa delle ammende.

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