Omicidio via Ricci, si difende il padre (indagato) dell'ex di Julia: "Siamo anche noi vittime"
Riccarco Menenti è indagato insieme al figlio Valerio dell'omicidio di Alessandro Polizzi. L'uomo però respinge disperatamente tutte le accuse: "Mai avuto pistole. Non siamo i carnefici. Valerio picchiato 3 volte in un mese"
Da "padre arrabbiato" per aver visto il figlio finire sotto i ferri a causa di una rissa, a "padre indagato" di omicidio insieme a quel figlio per un'ipotesi di vendetta proprio contro Alessandro Polizzi, ucciso nella casa della sua fidanzata da un uomo che ha buttato giù la porta ed ha sparato diversi colpi. E' questo il presente giudiziario e umano di Riccardo Menenti, il padre di Valerio l'ex "turbolento sentimentalmente" - a sentire i racconti della giovane - di Julia Tosti rimasta viva per miracolo nel raid dell'uomo incappucciato. Menenti, artigiano di 53 anni, non si è sottratto alla stampa in questi giorni difficili - sentito ora anche dall'Agi - proclamando la sua totale innocenza. Da vittima, insieme al figlio di violenze, si sente ora a vestire i panni del "carnefice".
"Prima eravamo in una condizione di vittime - ha spiegato - dato che mio figlio nel giro di due mesi ha subito tre aggressioni. Poi succede una cosa pazzesca e insieme a Valerio ci ritroviamo dalla parte dei carnefici. Mi trovo catapultato in una situazione pazzesca. Sono tranquillo perchè innocente. Anche se sono sereno come lo si può essere con un'accusa così infamante".
Menenti ribadisce il suo alibi che aveva già fornito direttamente agli inquirenti nei diversi interrogatori subiti in questi giorni: "La notte del delitto di Alessandro Polizzi con mia moglie eravamo nella nostra casa di Todi. Ci siamo rimasti fino alle 7 di mattina quando poi siamo andati da Valerio in ospedale, perchè doveva essere operato (al setto nasale rotto durante la rissa con la vittima e alcuni sui amici, secondo i testimoni ndr). Io poi ho detto in tutte le maniera di non aver mai avuto una pistola né moderna né d'epoca in casa o in mio possesso".
INDAGINI - La polizia avrebbe sequestrato per analizzare con gli strumenti della Scientifica anche le auto della famiglia Menenti. Mentre sono stati acquisiti diversi oggetti e vestiti durante le perquisizioni nelle abitazione di Todi e Ponte San Giovanni. Tra le ipotesi investigative non si esclude che padre e figlio possano aver ingaggiato una terza persona anche solo per dare una lezione al ragazzo che poi però è degenerata. Tutte ricostruzioni respinte con forza dal legale della famiglia Menenti.
