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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Maltrattamenti al Forabosco, archiviata la posizione della direttrice sanitaria: "Estranea ai fatti"

La dottoressa era accusata di aver omesso di attivarsi dopo aver visto i lividi, ma i testimoni dicono il contrario. Il processo a carico degli altri imputati prosegue in Tribunale

Maltrattamenti al Forabosco, la direttrice sanitaria è estranea ai fatti, anzi quando vide i lividi sul corpo di uno degli utenti si attivò per capire cosa fosse successo e chiamò i genitori del ragazzo.

È quanto scrive il giudice per le indagini preliminari nella ordinanza di archiviazione a carico dell'allora direttrice sanitaria della struttura. Un'archiviazione che arriva dopo un supplemento di indagine svolto dalla Procura di Perugia.

Il gip Margherita Amodeo non ha "ravvisato" nei confronti della dottoressa, difesa dall'avvocato Delfo Berretti, "gli estremi del reato" dell'omissione del referto, dopo che i genitori di uno dei ragazzi ospiti della struttura aveva presentato opposizione alla precedente richeista di archiviazione.

Il supplemento di indagine, con l'audizione di due testi, ha fatto emergere che la dottoressa "nelle occasioni in cui venivano notati lividi sul corpo" del giovane ospite "cercò di capirne l'origine chiedendo anche agli operatori o portando la circostanza alla loro attenzione nel corso delle riunioni ed informandone i genitori". I testi sentiti, lo psicologo e una operatrice, hanno poi riferito che per i lividi sul corpo di uno degli ospiti "non vi era particolare allerta in quanto quest'ultimo a volte si procurava lividi per la patologia sofferta".

Secondo la Procura di Perugia e il giudice per le indagini preliminari "ne consegue l'infondatezza del reato" di aver omesso di refertare il tutto. Un operatore del centro ha patteggiato in estate 1 anno e 8 mesi. Per gli altri il procedimento va avanti. Secondo l’accusa, “gli indagati avevano posto in essere un clima vessatorio in cui la violenza fisica e morale diviene trattamento ordinario nei confronti degli ospiti della struttura. Un sistema improntato alla mortificazione e alla violenza, rafforzato dalla comunanza della condotta maltrattante tra gli indagati e dalla connivenza di alcuni altri operatori che a volte hanno assistito senza intervenire”.

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