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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Foligno

Maltratta la moglie e l'anziano padre sotto l'effetto di alcol e droga: assolto

La decisione della Corte d'appello dopo il ritiro della querela da parte della consorte

Un 48enne di Foligno, difeso dall’avvocato Dario Epifani, accusato di aver fatto vivere una vita d’inferno alla sua famiglia è stato assolto in Corte d’appello.

L’uomo era accusato di maltrattamenti in famiglia “perché con condotte reiterate minacciava, molestava, aggrediva anche fisicamente la coniuge (madre della figlia minorenne) e il proprio padre, con esse convivente, in modo da cagionare loro un perdurante e grave stato di soggezione, ansia, svilimento e da ingenerare un fondato timore per la incolumità proprio e della figlia”.

Secondo la Procura di Spoleto l’uomo avendo libero accesso all’abitazione familiare e possedendone le chiavi di ingresso “dal settembre 2021 al dicembre 2021 si presentava ripetutamente in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione da stupefacenti, più volte aggrediva, insultava con parole tipo ‘mign…’ e simili e sputandole addosso, nonché minacciava la moglie intimandole di essere a ‘sua disposizione’ e dicendole che le avrebbe spezzato le ginocchia”

In una occasione avrebbe spintonato la moglie “contro il muro e le lanciava un oggetto di vetro colpendola di striscio; rompeva suppellettili nell’abitazione e urlava pretendendo la consegna di denaro”.

Nel medesimo periodo avrebbe continuato a distruggere “in più occasioni suppellettili in presenza del padre, persona affetta da patologie e dipendente dalla inalazione di ossigeno, lo ingiuriava con parole quali ‘vecchiaccio’ e con un’ascia distruggeva il contatore della erogazione di energia elettrica”.

Una situazione difficile, tanto che il gip di Spoleto aveva disposto da dicembre il divieto di avvicinamento alla moglie, alla figlia minore e al padre anziano. I familiari per salvaguardare l'uomo e la sua attività commerciale, avevano ottenuto che fosse seguito da un’amministratrice di sostegno.

La difesa aveva chiesto una perizia psichiatrica per attestare l’incapacità di intendere e volere in quel periodo. Poi è intervenuta la remissione di querela da parte della moglie (che ha ritrattato molte delle accuse) e i giudici, derubricato il reato in percosse, lo hanno assolto perché il fatto non sussiste.

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