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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

"Ti sfregio con l'acido" e l'altro la prende a pugni: vicini terribili sotto processo

In quattro accusati di percosse, minacce, lesioni e furto: al giudice chiedono la messa alla prova e i lavori socialmente utili

Vicini terribili finiscono in tribunale come imputati e come parte offesa di una faida a colpi di pantofole, schiaffi e minacce.

I quattro imputati, difesi e assistiti dagli avvocati Francesca Traica e Barbara Romoli, devono rispondere, a vario titolo, delle accuse di minacce, lesini, furto e percosse. Nel corso dell’udienza di oggi hanno chiesto di poter chiudere i conti con la giustizia usufruendo della messa alla prova tramite lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità.

Le due sorelle, difese dall’avvocato Francesca Traica, sono accusate di avere minacciato la controparte di “un ingiusto danno” proferendo le frasi “ti faccio tagliare la pancia … tanto ti roviniamo con l’acido … ti faccio dar fuoco alla casa dalla mafia”. E ancora: “Tanto adesso ti buttiamo l’acido e ti tagliamo con i vetri” rivolgendosi alla vicina che usciva di casa con il cane. Proseguendo con “non sai cosa può succederti quando esci”.

Entrambe le sorelle, inoltre, avrebbero aggredito di vicini con “schiaffi e calci”, con lesioni giudicate guaribili in 7 giorni per escoriazioni al volto e alle mani, continuando a minacciare i vicini con frasi come “tanto ti massacro”, “hai la vita corta … ti prendiamo le misure della cassa da morto … tanto vivi poco”. In un’occasione avrebbe percosso la vicina “con una pantofola” e con calci, lanciandole contro anche uno scalandrino e tentando di sottrarle la borsa.

I vicini di casa, fratello e sorella difesi dall’avvocato Barbara Romoli, devono rispondere delle medesime accuse, in quanto in un’occasione l’imputato avrebbe cercato di sferrare un pugno alla vicina, “non riuscendovi perché bloccato dal personale dei Vigili del fuoco e della polizia giudiziaria presente sul posto”. Il giorno dopo, però, sarebbe riuscito a sferrare più calci a una delle due donne, al petto e al costato, rompendole quattro costole, con un referto di guarigione di 30 giorni.

In più occasioni avrebbe minacciato le vicine con frasi come “put… io ti ammazzo” e colpendone una con due pugni al volto, con escoriazioni e tumefazioni alle labbra e allo zigomo.

La sorella, anch’essa imputata, avrebbe tirato i capelli a una delle vicine per poi colpirla con due pugni al volto, “all’altezza della tempia”, procurandole ecchimosi, ematomi e dolore.

Tutti e quattro sono stati rinviati a giudizio e oggi davanti al giudice hanno avanzato la richiesta di messa alla prova. I fatti sono avvenuti in provincia di Perugia nell'estate del 2020.

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