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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

"Gli investimenti rendono, è un peccato ritirare adesso i soldi", ma non è vero nulla: broker sotto processo per truffa

Secondo l'accusa l'imputato avrebbe restituito piccole somme per tacitare la persona offesa e di fronte alle richieste avrebbe assunto un atteggiamento indignato

“Gli investimenti stanno rendendo benissimo, sarebbe un peccato ritirare i soldi adesso. E poi sei un ingrato a richiederli adesso, dopo tutto quello che ho fatto per te”.

Secondo la Procura di Perugia, tutto quello che un broker avrebbe fatto sarebbe stato truffare il cliente e tenersi i soldi per sé. Per questo ha portato in Tribunale un uomo, difeso dall’avvocato Michele Nannarone, con l’accusa di truffa per avere millantato “la capacità di compiere in suo nome e per suo conto vantaggiosi investimenti finanziari, quale ex responsabile di filiale presso una banca e addetto agli investimenti” dissimulando “il falso investimento mediante la consegna di 24 assegni a garanzia dell’importo della somma investita, fra il gennaio del 2014 e il maggio del 2018” e “inducendo in errore la persona offesa sulla reale destinazione delle somme, delle quali si appropriava senza provvedere ad alcun investimento”.

E quando il cliente ha iniziato a chiedere notizie del suo investimento, “con ulteriori artifici e raggiri tra il 2019 e il 2020 avrebbe fornito false rassicurazioni sulle effettiva bontà degli investimenti e per tacitare le sempre più insistenti e legittime richieste di chiarimenti della persona offesa e dei propri familiari, diceva di averli fatti a suo nome, ma per conto loro e che lo smobilizzo di capitali non sarebbe stato conveniente in quel momento, trattandosi di somme vincolate a lungo termine (persino ventennale) e non disponibili prima di un anno e mezzo”. Per non destare sospetti l’imputato avrebbe consegnato, ne tempo, limitate somme di denaro, “in contanti e mediante assegni bancari per un importo di 5mila euro”. Stanco delle richieste degli investitori avrebbe assunto un atteggiamento indignato per l’ingratitudine mostrata nei suoi confronti e assicurando la restituzione delle somme con rate cadenzate.

Restituzione mai effettuata, se non per piccole somme, con la persona offesa che di fronte a quanto accadeva non portava all’incasso gli assegni rilasciata a garanzia. Fino alla querela e al processo.

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