Città di Castello, ubriaco va a trovare la madre in ospizio e insulta gli agenti: processato
L'imputato è stato trovato in possesso di armi e oggetti atti a offendere
Si avvicina a una pattuglia delle forze dell’ordine e insulti gli agenti. Poi nel corso del controllo spuntano anche un coltello, una falce e altre lame nelle bisacce della bici. Così finisce sotto processo per oltraggio a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi o oggetti atti a offendere.
L’imputato, un giovane altotiberino difeso dall’avvocato Gabrio Giannini, era andato a trovare la madre in una struttura per anziani. A detta del personale dell’ospizio, però, a causa dell’alcol bevuto, aveva iniziato a dare fastidio, tanto da chiamare i Carabinieri. I militari erano intervenuti, avevano fatto un controllo e calmato il giovane, che aveva lasciato la struttura.
Il pomeriggio, però, era tornato, ancora ubriaco, infastidendo il personale. Questa volta era intervenuta la Polizia. E alla vista degli agenti l’imputato si sarebbe avvicinato e avrebbe proferito delle frasi ingiuriose, come “che c… volete?” oppure “non avete un c… da fare?”.
Gli agenti aveva effettuato un controllo, trovandolo in possesso di armi e arnesi da giardinaggio che il giovane, a suo dire, deteneva in quanto faceva lavori nelle campagne e nei giardini. Scattava, comunque, la denuncia per oltraggio e possesso di oggetti atti a offendere.
Reati dei quali deve rispondere in tribunale davanti al giudice.