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Cronaca

Giustizia lumaca - "Avvocato corra in cancelleria, le dobbiamo pagare una parcella del 2010, ma scadono i termini"

I ritardi nei pagamenti delle fatture per il gratuito patriocino sono consueti, tanto che lo Stato permette di compensare con i versamenti alla Cassa forense

Giustizia lumaca anche nei pagamenti agli avvocati che hanno difeso i cittadini indigenti con lo strumento del patrocinio a spese dello Stato.

“Avvocato, presto, venga in cancelleria a firmare dei moduli, sennò scadono i tempi per la chiusura della pratica”.

È quando si è sentito dire al telefono un avvocato dalla cancelleria del Tribunale di Perugia per la liquidazione di una parcella del (cosiddetto) gratuito patrocinio.

Il professionista un po’ sorpreso cerca di ricostruire a memoria di quale parcella possa trattarsi, ma alla fine si arrende e chiede al cancelliere: “Arrivo subito, a quale procedimento si riferisce?”.

Dall’altra parte del telefono: “Un processo civile del 2010”.

Tredici anni per pagare una parcella e accorgersi all’ultimo minuto che stanno scadendo i termini (non che non sarebbe stata pagata, ma la pratica avrebbe subito ulteriori ritardi burocratici) è un esempio della giustizia lumaca che affligge alcuni procedimenti, che si incagliano nei meandri della burocrazia e non ne escono più.

I ritardi sui pagamenti del gratuito patrocinio, inoltre, sono così consueti che lo Stato ha consentito agli avvocati di compensare le somme dovute alla Cassa forense. Sarà poi lo Stato a versare quelle somme alla cassa professionale.

Nel corso del 2022 lo Stato ha liquidato parcelle per il gratuito patrocinio per 2.152.957,46 di euro per i Tribunali del distretto dell’Umbria e 1.876.693,27 per quanto riguarda la giustizia minorile.

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