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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

"Non è stato il mio cliente", ma il testimone lo riconosce nelle foto e lo inchioda per furto

La Cassazione ha confermato la sentenza di condanna dopo che la Corte d'appello aveva riaperto il dibattimento

“Il mio cliente non è stato riconosciuto nelle foto in maniera chiara e precisa, la condanna deve essere annullata”.

È quanto ha chiesto ai giudici della Cassazione il difensore di un magrebino di 36 anni condannato a 1 anno e 6 mesi per furto, commesso a Foligno nel luglio del 2020.

I giudici della Corte, però, hanno rigettato il ricorso come infondato in quanto all’esito della “rinnovazione istruttoria disposta in appello” è stato nuovamente sottoposto alla testimone l'album fotografico delle forze dell’ordine e la teste “ha riconosciuto con estrema sicurezza l'autore del furto nell'individuo” raffigurato nella stessa foto che aveva indicato in primo grado e alla polizia giudiziaria in fase di indagine.

L’ipotesi difensiva che “il verbale di individuazione fotografica” fatto vedere ai testimoni pochi giorni dopo il furto “attestante un esito diverso dell'espletato riconoscimento fotografico, era frutto di un errore di modo che, una volta colmata l'illustrata lacuna istruttoria, la colpevolezza dell'imputato doveva ritenersi pienamente provata”.

Ne consegue la conferma della condanna, cui si aggiunge quella del pagamento della somma di 3mila euro tremila in favore della Cassa delle ammende.

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