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Cronaca

Caso Suarez, il professor Rocca: "Un equivoco, parlava correttamente"

Uno dei due esaminatori 'smentisce' la collega Spina, che in una conversazione intercettata parlava così del calciatore prima dell'esame sostenuto all'Università per Stranieri: "Non spiccica una parola"

"Non spiccica 'na parola... non sa coniugare i verbi... parla all'infinito". Così, in una delle conversazioni intercettate dalla Guardia di Finanza, Stefania Spina parlava di Luis Suarez a cinque giorni dall'esame di italiano per ottenere l'attesta di livello B1 sostenuto all'Universita per Stranieri, definito una "farsa" dalla procura del capoluogo umbro guidata da Raffaele Cantone, che oltre a loro ha indagato a vario titolo, per rivelazione di segreti d’ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, anche il professor Lorenzo Rocca, l'impiegata Cinzia Camagna, la rettrice Giuliana Grego Bolli e il rettore Simone Olivieri (a questi ultimi due viene contestato anche il reato di concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio).

A 'smentire' la direttrice del Centro per la valutazione e certificazione linguistica è però proprio Rocca, che insieme a Danilo Rini ha esaminato l'illustre candidato, considerato al massimo "un A1" dalla Spina. "Ciò non corrisponde a quello che abbiamo constatato - ha detto a Repubblica e a La Stampa, il professore già ascoltato dai magistrati -. Non l'ho sentito solo con le mie orecchie: in due abbiamo sentito più volte il candidato coniugare correttamente i verbi". Tra le conversazioni captate ce n'è però anche una tra lui e la rettrice Grego Bolli, in cui rassicurava sulla sua superiore dicendole che "lui sta memorizzando un po' le varie parti dell'esame" e che "l'abbiamo stradato bene". 

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All'accusa di aver già fornito in anticipo le risposte al calciatore, il docente risponde però ai giornalisti che "ci sono esempi di materiale d'esame tranquillamente disponibili online". Incalzato poi sulle intercettazioni telefoniche si difende così: "Sono stato frainteso - spiega - Si trattava di informazioni, di dati che riguardano tutti gli studenti stranieri che devono superare l'esame. Ma sono elementi pubblici, facilmente recuperabili sul sito dell'Università".

Ma si parla anche del voto dato a Suarez: "Brava. Mettici il minimo" diceva Rocca all'impiegata Camagna in un'altra conversazione captata dalle Fiamme Gialle. "Non è vero che io ho anticipato il punteggio prima ancora di esaminare il ragazzo" spiega ora il professore, secondo cui il suggerimento di dare al calciatore tutti voti 3 "era l'unico modo per consentire al sistema informatico di generare il certificato. Volevamo preparare in anticipo il certificato per non perdere tempo una volta sostenuto l'esame. Poiché immaginavamo assembramenti di giornalisti e curiosi, volevamo evitare di perdere tempo in mezzo alla calca delle persone e così ho detto di mettere tutti 3, cioè la sufficienza, giusto per avere pronto il certificato. Il voto poi avremmo potuto cambiarlo".

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Dei giornalisti e dei curiosi Rocca si preoccupava in effetti parlando con la Grego Bolli: "Il mio timore qual è - spiegava il professore alla rettrice in un'altro dialogo intercettato - che poi tirando tirando, diamo il livello ed esce, i giornalisti fanno due domande, in italiano e la persona va in crisi. Quindi un po' di preoccupazione ce l'ho perché è una gatta da pelare, come si fa, si fa male". Nessuna soggezione invece, assicura Rocca, nei confronti della Juventus che ha chiesto all'Università degli Stranieri (il contatto è stato creato dal rettore della Università Statale perugina Maurizio Oliviero) di organizzare l'esame: "Assolutamente no - ha concluso -. Io sono della Roma". 

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