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Turismo in Umbria, le città più ambite e le richieste dei turisti tra arte, cibo e natura

Le città d'arte, la cioccolata, le raccolte museali e le passeggiate tra boschi e laghi. Il racconto di una guida turistica

L’Umbria si conferma come un territorio di grande attrattività a livello nazionale e internazionale per quanto riguarda il turismo.

I dati ufficiali del 2023 riportano quasi 7 milioni di presenze (6.875.738 per la precisione) e oltre 2,6 milioni di arrivi di turisti italiani e stranieri. Scendendo per particolare si registra un deciso aumento di turisti italiani (+8,2% negli arrivi e + 6,6% nelle presenze) e un marcato aumento di turisti stranieri (+26,9% negli arrivi e +13,3% nelle presenze).

L’Umbria, quindi, si presenta come un territorio che offre cultura, storia, arte, tradizioni regionali, natura e produzioni enogastronomiche in grado di attirare tanti turisti rispondendo a molteplici richieste.

Proprio per inquadrare la tipologia del turista, i suoi bisogni, le sue richieste, abbiamo intervistato Nazareno Costantino Pierotti, guida turistica da tanti anni e conoscitore delle bellezze che l’Umbria offre.

Cosa chiedono di vedere a Perugia i turisti?

“Normalmente chiedono di vedere i monumenti più noti concentrati in piazza IV Novembre: quindi la Fontana Maggiore, il duomo, Palazzo dei Priori, il Grifo e il Leone, il palazzo del Capitano del Popolo. Negli ultimi anni chiedono di visitare la Rocca Paolina che conoscono come ‘Perugia sotterranea’, per quanto quel nome si addica più al percorso sotto l’Isola di San Lorenzo. In genere in una giornata di visita si fa questo percorso, dalla Rocca al belvedere dei Giardini Carducci, poi corso Vannucci, Piazza Grande, per salire a Porta Sole per la vista sulla vallata e sull’Appennino. Se il tempo c’è si aggiunge l’Arco Etrusco e poi via Battisti per ammirare la Conca e risalire per via Maestà delle Volte e il Palazzo Abrugiato. Altre richieste riguardano la visita alla Galleria nazionale dell’Umbria, all’Oratorio di San Bernardino, e le basiliche di San Pietro e San Domenico. Molto gettonato è il museo storico della Perugina perché tra la fiction su Luisa Spagnoli ed Eurochocolate, il Bacio Perugina e la cioccolata rivestono molta importanza nell’immaginario collettivo”.

Cosa conoscono i turisti della città per sentito dire?

“Come dicevo, al primo posto c’è la Perugina e il cioccolato. Poi c’è la Fontana Maggiore che sicuramente è percepita come un elemento fondamentale della bellezza della piazza. La Galleria nazionale dell’Umbria è molto richiesta, ma solo da chi ha tempo per una visita minuziosa. Se non hanno molto tempo i turisti rinunciano ad una visita veloce alla Galleria”.

Cosa appassiona di più i turisti?

“Devo dire che alla fine rimane la meraviglia della scoperta della città, il camminare tra palazzi, vicoli e chiese, lo scoprire la ricchezza della storia di Perugia e quanto sia sorprendente trovare tante bellezze. Un esempio: la cattedrale è tanto spoglia all’esterno quanto ricca all’interno e questo quando si entra in chiesa lascia a bocca aperta i gruppi. Poi al turista piace molto lo shopping, dai gadget alla gastronomia”.

Come si potrebbe valorizzare l’esperienza del turista a Perugia?

“Perugia offre tanto, ma non si fa tutto quello che ci potrebbe fare per rendere l’esperienza al turista ancora più coinvolgente. Penso, ad esempio, al settore delle tipicità, che vanno dall’artigianato all’enogastronomia. Ci sono pochi spazi sia come disponibilità immediata nei luoghi di maggior afflusso sia come ospitalità nei locali, che sono spesso troppo piccoli per accogliere comitive. Servono luoghi fisici dove poter apprezzare queste cose, scoprire prodotti di artigianato o fare degustazioni. A livello logistico si deve fare di più: in primo luogo mancano le toilette, per una città turistica è fondamentale. Il turismo è cresciuto, i servizi meno. E questo non va bene per una città che è la punta di diamante del turismo locale”.

Quali altre città chiedono di visitare i turisti?

“Alcuni luoghi sono da sempre richiesti, altri si sono consolidati negli anni e altri ancora sono esplosi da poco. Il circuito di maggior richiesta è per Assisi, Spoleto, Montefalco, Bevagna, Orvieto, il Trasimeno e le isole, Gubbio, Todi. Queste sono le mete più richieste. Tantissime richieste per Narni e la parte sotterranea. Poi c’è la parte naturalistica della Cascata delle Marmore e delle Fonti del Clitunno. Da qualche anno c’è un forte interesse per Rasiglia, cui si abbina sempre più Foligno e il suo notevole patrimonio, a volte sconosciuto agli umbri stessi. Anche Città di Castello ha molte richieste. La percezione è che l’Umbria vale anche un ritorno a distanza di tempo con i suoi tanti luoghi da vedere e conoscere”.

Quindi i turisti chiedono arte, cibo, natura?

“I turisti viaggiano per vari motivi, quelli che vogliono conoscere l’arte e altri che voglio apprezzare le tipicità del luogo e utilizzare il tempo per degustare, comperare regali. L’enogastronomia non è sicuramente una parte minoritaria delle richieste dei turisti ed è sicuramente un elemento che depone a favore di un certo tipo di visita rispetto ad un altro”.

Quali sono i periodi di maggior affluenza?

“Estate e autunno certamente sono quelli in cui c’è più afflusso di turisti. Grande crescita di visite si ha sotto Natale e Capodanno, fino all’Epifania. In estate diminuisce il numero dei gruppi perché magari si va in vacanza con la famiglia. A seguito della pandemia si è notato un turismo più selettivo, con numeri ridotti, quasi in famiglia o tra amici che viaggiano insieme. Spesso le visite sono per poche persone, ma è anche un bene perché con numeri ridotti si possono gestire meglio, ad esempio, le visite nei frantoi o nelle cantine. Anche i tempi di visita si gestiscono meglio in quanto un gruppo ha esigenze diverse da cinque o sei persone che viaggiano insieme”.

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