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Pinocchio sugli scudi alla Sala dei Notari. E il sindaco Romizi accoglie i bambini delle scuole perugine

Pinocchio sugli scudi alla Sala dei Notari. E il sindaco Romizi accoglie i bambini delle scuole perugine, venuti ad applaudire il Pinocchio perugino. Presentato nella versione realizzata dall’Inviato Cittadino con tavole di Claudio Ferracci (Morlacchi editore).

La dirigente Roberta Migliarini preannuncia la visita del sindaco, non prevista. E Andrea Romizi porta anche un Pinocchio di pezza che appoggia sul tavolo. Servirà (al momento della metamorfosi) da elemento di paragone con quello in carne e ossa (costume e cappellino a palle colorate, naso lungo) impersonato dall’attore Gian Franco Zampetti.

Un percorso, quello da me effettuato (senza effetti speciali, ma con la magia della parola), che copre a volo d’angelo l’avventura del burattino, bugiardo e svogliato, fino a giungere alla sua trasformazione in bambino in care ed ossa.

Questo il messaggio pedagogico rivolto ai 200 bambini: l’incitamento a studiare, comportarsi correttamente, diventare grandi (mantenendo il cuore bambino) liberandosi da pigrizia e svogliatezza. Difetti che i bambini dimostrano di aver superato. Come testimonia il loro ordinato disporsi in fila indiana per rivolgere domande, tutte intelligenti, all’Autore. Che poi, invero, autore non è: ma solo traduttore. Ossia traghettatore in lingua perugina di un capolavoro che, ancor oggi, si carica di un messaggio pedagogico ad alta positività. Col richiamo al senso del dovere, al rispetto, alla voglia di crescere in maniera sana.

Le domande dei bambini: argute e spontanee. E poi la fila per ricevere da Pinocchio/Zampetti l’agognato autografo. Una fila che avrebbe richiesto un’intera giornata per essere smaltita. Ma i buxi aspettano e occorre rientrare, prima del suono della campanella.

L’idea della dirigente Migliarini è luminosa: Pinocchio firmerà un foglio per ogni classe aderente all’iniziativa. Sarà poi cura degli insegnanti riprodurlo in copia da consegnare a ciascun bambino. Perché possa mostrarla ai suoi e dire “io c’ero”.

E così Pinocchio si sveste, rimette i panni dell’uomo Zampetti. Mentre i bambini si aspettano che la prossima volta tocchi – come preannunciato – ai Capuccetti Rosci. Sempre da me tradotti. Sempre coi disegni del grande Claudio Ferracci. Chi vivrà vedrà.

Pinocchio alla Sala dei Notari

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