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INVIATO CITTADINO Piazza Cavallotti, finalmente il cantiere comunale interviene a (ri)sistemare le pietre ballerine

Dopo sei mesi di sbarramento con transenne che difendevano a malapena la zona intorno alla vera puteale di travertino, dopo la rovinosa caduta di una signora cui s’infilò il tacco in uno di quegli spazi infralapidali che percorrono gli interstizi del selciato, ieri hanno posto mano al ripristino

Finalmente il cantiere comunale interviene a (ri)sistemare le pietre ballerine di piazza Cavallotti. Una neverendig story, quella che tormenta da anni la storica piazza degli Aratri. Non bastava averne fatto il punto più rumoroso della movida notturna. Travasi a go-go di birra, shottini e conseguenti deiezioni liquide. Averla privata della chiesa (oggi Caffè Morlacchi) col campaniletto a vela che svetta nella chiesina dei barbieri, sotto S. Francesco al Prato. Averla fatta capolinea dei pullman mastodonti che la sfasciano.

Ora è letteralmente ridotta all’ecce homo. È l’amaro destino cui il volere di uomini di poco senno l’ha condannata. Ossia essere un terminal bus, con gli inevitabili inconvenienti che ne conseguono.

Primo fra tutti, quello di essere continuamente oggetto di interventi la cui efficacia dura… lo spazio di un mattino.

Dopo sei mesi di sbarramento con transenne che difendevano a malapena la zona intorno alla vera puteale di travertino, dopo la rovinosa caduta di una signora cui s’infilò il tacco in uno di quegli spazi infralapidali che percorrono gli interstizi del selciato, ieri hanno posto mano al ripristino. Hanno rimosso e cementato i pietroni e stamane procederanno all’ennesima stuccatura. Che non tiene.

Perché siamo sempre, come si dice, “dappiedi a la Santa Croce?”. Ossia, più laicamente, nei panni di prima?

“La stuccatura non tiene perché questo tipo di pietre è ricco di ferro e gli elementi lapidei risultano pertanto assai sensibili agli sbalzi termici: dilatazioni col caldo e l’opposto col freddo”, dice un rappresentante dell’efficientissimo cantiere comunale.

Insomma, un materiale che si sposa malvolentieri col cemento?

“Proprio così!”

C’è dell’altro?

“Tutto questo traffico, specie di quei bestioni di pullman, le smuove, le sbriciola, le fa ruotare”.

Ma perché questo accade in un paio di punti e basta e non, ad esempio, verso via delle Volte?

“Perché la pressione delle gomme posteriori, in fase di svolta, fa ruotare le pietre e produce l’effetto di scollarle e di scassare le stuccature”.

Pare che non ci sia soluzione. Dovremo rassegnarci a vedere, ancora e ancora, questa pavimentazione staccata, sbriciolata, sconnessa. A meno che… non prevalga il buon senso: materia rara in dotazione a chi amministrava ieri e amministra oggi le sorti della Vetusta. Se le cose non si sanno, ci si affidi almeno ai tecnici.

La soluzione è semplice, economica e a portata di mano. Eliminare il traffico pesante e gli autobus da piazza Cavallotti. Ci avevano provato. Il capolinea a piazza dell’Università, davanti a Palazzo Murena, funzionava. Qualche protesta del rettore per i danni provocati (anche lì le pietre subivano danni), ma una palata di cemento e via. Almeno non si arrecava questo sfregio permanente al cuore dell’acropoli. Raggiungibile coi buxi che, per lo meno, fanno meno danni. Ma niente. Così, per ragioni sconosciute, e incomprensibili, si è tornati al caos di prima.

Oltretutto, ci si chiede: ha senso far arrivare a piazza Cavallotti dei grossi pullman regolarmente vuoti? “Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole… e più non dimandar”. Padre Dante dixit. Ma qui non ci sono guelfi e ghibellini. Dovrebbe dominare l’interesse pubblico e il buon senso. Appunto. 

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