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PERUGINERIE Come ti esorcizzo le deiezioni dei piccioni

Cestello telescopico in via Fani. C’era una volta, alla Pesa, il ‘giustiziere’ Piccioncino

Piccione mio, quanto mi costi! Come ti esorcizzo le deiezioni dei piccioni. Cestello telescopico in via Fani. C’era una volta, alla Pesa, il ‘giustiziere’ Piccioncino.

In azione un mezzo speciale con idoneo supporto che consente agli operatori di piazzare aghi e dissuasori vari in corrispondenza del sottotetto di un importante edificio. 

Alla base del quale sono ubicati negozi di rango e l’ingresso di Studi professionali. 

FOTO - Come ti esorcizzo le deiezioni dei piccioni


(foto Sandro Allegrini)

Il fatto è che a potenziali clienti in ammirazione delle vetrine di negozi d’abbigliamento e antichità è capitato di venir investiti dal flusso di deiezioni di piccioni. Che albergano copiosamente in questo, come in altri edifici del Centro storico.

Non c’è altra ricetta che quella di posizionare idonei dissuasori. Per salvare i potenziali clienti. Passando il cerino acceso ad altre zone dove i volatili potranno bombardare gli incolpevoli passanti.

D’altronde questa storia è vecchia. Prima si è iniziato col vietare la possibilità di spandere becchime che attirava e faceva proliferare i volatili urbani. Poi la malattia ne ha sterminati diversi.

Ora il problema sembra aver assunto dimensioni più gestibili. Resta la consistente colonia in via Ripa di Meana. Ma anche qui (che sia il caso o qualche intervento sottotraccia) il numero pare sensibilmente ridotto. Forse a causa del cantiere che ha recato loro disturbo. 

PICCIONCINO A PORTA PESA. C’era un tempo, alla Pesa, un personaggio soprannominato Piccioncino cui si attribuiva (il merito/la colpa?) di un’autentica, costante strage di piccioni urbani. Diciamo così, per sopperire alle proprie carenze alimentari. Lamentava solo che i volatili fosse “duri”, causa l’età non proprio giovanile. Insomma: quelli che non morivano di vecchiaia se li mangiava lui. Anzi: acchiappava con facilità specialmente quelli malaticci e indeboliti. Non a caso, aveva la pelle cosparsa di macchie e piccole lesioni che alcuni attribuivano al contatto, e al consumo, della carne di piccione in cattiva salute. Ora Piccioncino (detto anche Portoncino, perché una volta, non trovando altro da rubare, si caricò sulle spalle un portone, che pretendeva di rivendere ai derubati) non c’è più. Ma restano i piccioni e le loro funeste imprese. Per fortuna, sempre di meno. Ci pensano le cornacchie.

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