rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità

Un anno fa l'addio a Paolo Rossi, in un libro i ricordi della moglie Federica Cappelletti: "Per sempre noi due"

Dal primo incontro all'ultimo saluto dato alle loro due figlie, la scrittrice e giornalista perugina celebra in un'opera il suo amore con Pablito: "Ancora lo rivedo arrivare con il suo bellissimo sorriso"

È passato un anno esatto da quel triste 9 dicembre 2020, quando Paolo Rossi se ne è andato lasciando un vuoto in tutti gli italiani. “Oggi è veramente difficile - spiega la perugina Federica Cappelletti, moglie dell'ex calciatore del Grifo e della Nazionale che trascinò al trionfo con i suoi gol nel Mondiale del 1982 in Spagna. "È da ieri che non faccio che ricevere messaggi, tante testimonianze - racconta la moglie a Rtl 102.5 -. Sono giorni un po’ complicati. È stato un anno difficile: un anno in cui inizialmente mi sentivo dentro una lavatrice, quindi ero un po’ frastornata da tutto quello che stava succedendo dalla perdita di Paolo. Però avevo come la sensazione che lui sarebbe tornato: adesso è un dolore più consapevole, un percorso doloroso e oggi la consapevolezza che non tornerà più c’è e quindi si affronta tutto con grande verità, con dolore. Un dolore più consapevole”.

VIDEO Paolo Rossi, la moglie: "Grazie per questo calore, orgogliosa di essere perugina"

Un dolore che la giornalista e scrittrice affrontato anche attraverso il lavoro, dedicando un libro alla memoria di Pablito ("Per sempre noi due - Le nostre storie d'amore" edito da Rizzoli): “Scriverlo per me è stata una terapia, un voler lasciare Paolo sulla carta rendendolo indelebile in qualche modo. Negli ultimi giorni in ospedale parlavamo molto di noi: abbiamo rivisto tante foto di momenti vissuti insieme e lui a un certo punto mi ha chiesto di non dimenticare il nostro amore e di non disperderlo. Da quel momento mi sono chiesta quale fosse il modo migliore per non disperderlo, anche se nel mio cuore sarebbe rimasto per sempre, ma volevo qualcosa di più anche per le mie figlie perché loro continuassero a viverlo anche nel tempo affinché si rendessero conto dell’amore che le ha generate. Ho iniziato a scrivere da subito questi ricordi. Quando l’editore mi ha chiesto di scrivere questo libro ci ho pensato un po’, perché sapevo che sarebbe stato molto doloroso, così come è stato: mattinate intere a piangere quando le bimbe non mi vedevano, però è stato anche terapeutico perché ho buttato fuori tanto dolore”.

VIDEO Paolo Rossi, il feretro sfila tra due ali di folla con i cori dei tifosi fuori dal Curi

Un percorso doloroso che non cancella i ricordi più belli: “Prima che arrivasse il verdetto del tumore di Paolo, abbiamo fatto una bella vacanza alle Maldive e lì abbiamo rinnovato le promesse di matrimonio. Per fortuna abbiamo organizzato questo viaggio insieme a Paolo e poi con le bambine, a sua insaputa, questo rinnovo delle promesse nuziali. Dovevamo farlo però Paolo aveva individuato tutt’altra situazione, invece con le bimbe abbiamo messo nella valigia i nostri vestiti da spose e damigelle e l’abito di Paolo e siamo partiti, per cui è stato molto bello. Lui non si aspettava davvero nulla, quando si è reso conto e ha visto tutto organizzato in riva al mare ha detto che solo i russi avrebbero potuto sposarsi lì, alla fine ha scoperto che eravamo noi e si è commosso. È stata una cerimonia molto bella, intima e suggestiva. Per fortuna rimane questo bellissimo ricordo per me per le bimbe”.

VIDEO Paolo Rossi, la commemorazione allo stadio: "Ora è con Curi, Scirea e don Paolo"

E indelebile nella memoria di Federica è anche il momento in cui ha conosciuto quello che sarebbe poi diventato suo marito: “Il primo incontro è stato a Perugia. Presentavo il mio libro e di questo faceva parte anche lui, era un protagonista, l’avevo scritto insieme a due colleghi. Non avevo intervistato io Paolo, ma uno di questi colleghi mi suggerì di invitarlo, perciò lo chiamai al telefono e lui neanche in maniera troppo gentile a differenza di com’era mi rispose che non poteva. Questo amico poi mi disse di insistere perché era garbato e gentile, lo richiamai e in effetti accettò. Arrivò in un giorno in cui facevano sciopero gli aerei e riuscì a prendere l’unico volo previsto per quel giorno dalla Bulgaria, arrivò a Verona, da Verona a Milano con il taxi e poi arrivò a Perugia con mezz’ora di ritardo. A me quella cosa colpì molto: ancora lo rivedo arrivare con il suo bellissimo sorriso e da quel momento in poi gli dissi che da quel momento in poi avrebbe potuto chiedermi quello che voleva, perché mi colpì subito e davvero tanto”.

Paolo Rossi, commovente tributo al Curi. La moglie Federica: "Orgogliosa di essere perugina"

Un sorriso che Pablito non aveva perso nemmeno nel momento più duro: "Ho voluto portare le bambine in ospedale dal padre, nonostante i medici me lo avessero sconsigliato, perché conoscendoli tutti e tre sapevo che lui non sarebbe andato via sereno e che loro non avrebbero mai accettato di non averlo visto per l’ultima volta. Andando contro il parere dei medici, lo prendo, lo porto fuori dall’ospedale con una carrozzina e gli faccio salutare lì le figlie e lo riporto dentro. In realtà sono stati carini: hanno assecondato questa mia richiesta. Devo dire che la luce negli occhi di Paolo quando ha visto le bambine è un’immagine che non dimenticherò mai. Ha fatto bene a tutti e tre, poco dopo Paolo si è addormentato e le bambine hanno capito che era veramente l’ultima volta che salutavano il loro papà”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un anno fa l'addio a Paolo Rossi, in un libro i ricordi della moglie Federica Cappelletti: "Per sempre noi due"

PerugiaToday è in caricamento