INVIATO CITTADINO Via Fiorenzuola incatramata. Va bene la messa in sicurezza, ma…
quel nero catrame è un orrore. E anche un errore
Dopo averne a lungo sollecitata la messa in sicurezza, i residenti di prossimità si trovano a constatarne l’indiscutibile inestetismo.
Ne abbiamo parlato su queste colonne. Per la penna puntuta del nostro Umberto.
Perugia, da via dei fiori a mulattiera, residenti protestano per le condizioni di via Fiorenzuola
Si dirà: “Non siete mai contenti”. Ma anche l’estetica ha il suo peso.
Tant’è vero che si levano le grida di dolore di chi ne rileva la bruttezza.
E dire che si tratta di una strada, parallela di corso Cavour, ampiamente utilizzata. Sebbene apparentemente marginale.
Nello specifico da quanti salgono dalla scala mobile di piazzale Bellucci. Diretti a corso Cavour, attraverso la bretella della Cuccuina.
Ci si passa per andare al MANU, a San Domenico, a San Pietro, ai teatri e auditorium che punteggiano quello che, non a caso, si definisce Borgo Bello.
Ora quel nero catrame fa a cazzotti con la pietra delle zainelle laterali. Pietra che, a sua volta, è sconnessa e disastrata.
Raccolgo la nota social di Lucia Baroncini che di estetica, storia, giornalismo ne sa tanto.
E mi faccio interprete del disagio di tanti.
Lucia scrive: “Nel centro storico siamo ridotti a poche migliaia di persone, anzi poche centinaia di residenti che mettono fiori e piante davanti alle loro abitazioni e che resistono alle sirene della comodità delle periferie”.
Aggiunge: “Ma decine e decine di migliaia invece hanno preferito quei nuovi quartieri, espansi a dismisura e con architetture per le quali nessun turista italiano e stranieri verrebbe a visitare Perugia. Tuttavia è necessario far notare che nelle tante periferie che hanno mangiato territorio e fatto del Comune uno dei più estesi a libello nazionale, le strade sono davvero tutte o quasi di catrame e non hanno mai visto molte pietre antiche e nessuno se ne è lamentato”.
Per concludere: “Via Fiorenzuola meritava ben altro intervento, ma anche molti altri vicoli o stradine del centro storico, per i quali in troppi hanno perso interesse e memoria”.
Sottoscrivo.