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INVIATO CITTADINO Love Film Festival, Daniele Corvi: "Edizione di successo"

Il bilancio del fondatore e direttore artistico della manifestazione

Un bilancio del Love Film Festival col fondatore e direttore artistico Daniele Corvi.

Che bilancio ti senti di tracciare di questa edizione del Festival?
“Un resoconto sicuramente positivo. Oltre alla soddisfazione per essere ritornati in presenza, è stato notevole il riscontro ottenuto attraverso i moltissimi collegamenti TV e social. Questa edizione ci ha restituito emozioni che, francamente, ci mancavano”.

Quali sono stati i punti di forza, in chiave di presenze e di contenuti?
“Asse portante si è certamente rivelata la tematica dei giovani. C’è poi da rilevare che la presenza della madrina Madalina Ghenea e quella del premio Oscar Paul Haggis hanno catalizzato l’attenzione del mondo su un Festival che doveva mantenere il livello alto cui ci ha abituato. Non sono poi mancati i contenuti di rango: dall’inclusione sociale (con le iniziative della Global Thinking Foundation), alla clonazione (con un libro dello stesso Corvi, in veste di giurista, ndr), alle lezioni di cinema sugli anni ’60 e su Nino Manfredi del professor Fabio Melelli e di Gerry Guida”. 

E il cinema internazionale? 
“A questo livello, vanno ricordati i  due film hollywoodiani e relativi ospiti. Rilevante l’omaggio ai fratelli Vanzina e significativo il lavoro autoriale, come l’opera vincitrice di Francesco Fei “Mi chiedi quando ti mancherò”, che ha ricevuto un’ottima critica anche dal severo  Mereghetti”.  

Quanto alla presenza di artisti locali?
“Un sicuro porta fortuna è stato anche il manifesto “Ciak Robot” di Mamo Donnari, che ha bissato il successo dell’anno scorso col manifesto di Umbria Jazz”. 

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Come si è comportato il pubblico?
“Il vero punto di forza del Festival e di Perugia sono l’educazione e il rispetto del pubblico: difficile ed esigente, ma anche corretto”. 

Quali sono state le principali difficoltà?
“Programmare un Festival in presenza sembrava davvero un’impresa titanica, un azzardo. Organizzarlo è stato faticoso perché, dopo due anni di virtuale, abbiamo recuperato il ritmo della (quasi) normalità. È innegabile il fatto che le misure anti-Covid abbiano costituito un deterrente e limitato le presenze. Ma, considerato che questo era un anno di transizione, possiamo ritenerci ampiamente soddisfatti”. 

Che mi dici del recupero di Laura Cartocci fra le tue collaboratrici?
“Laura è stata, come sempre, efficiente e affidabile. Oltre che persona di ricca umanità”.

Il Festival si è rivelato, anche quest’anno, un’occasione per promuovere il territorio, vero?
“Mai come quest’anno. Madalina ha fatto un bellissimo servizio a Perugia durante il Festival. Ha, inoltre, un progetto molto interessante da sviluppare qui da noi. Marco Bocci e Federica Cappelletti, che hanno presentato i propri libri, hanno annunciato di voler girare nel nostro territorio. In più, aspettiamoci anche qualche sorpresa da Hollywood, perché Paul Haggis è stato molto impressionato dalla bellezza e dall’accoglienza riservatagli in città”.

Tra Festival e Film Commission (di cui sei attivissimo componente) quali le prospettive della produzione cinematografica in Umbria?
“Il Love Film Festival è stato solo un assaggio di quello che avverrà in Umbria in un prossimo futuro. Tante produzioni hanno presentato domanda per il Film Fund e gireranno nel nostro territorio. Prepariamoci, dunque, a raccogliere i frutti di quanto abbiamo convintamente seminato”.

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