INVIATO CITTADINO Lo scandalo di Piazza Italia: distrutta, congelata, vandalizzata. Si tenta (inutilmente) di correre ai ripari
Tubazioni ricucite, piazza rattoppata. Arlecchinate e danni irreversibili. Chi paga?
Siamo stati i primi a segnalarlo, messi sull’avviso da tecnici ed esperti.
INVIATO CITTADINO Finite le feste, si smontano baracche e attrezzature
Non per autocitarsi, ma per rilevare una circostanza che ha prodotto un danno di pura follia. Le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Toccano cuore, e portafogli. Di chi?
Suolo e sottosuolo ridotti a una siberia. Era prevedibile che quelle serpentine a contatto col suolo ne avrebbero causato il congelamento. E così è stato. Al punto che il ghiaccio ha compiuto la sua azione devastante fino alle tubature e ai pozzetti.
Ed ecco gli interventi riparatori… si fa per dire. Raggiunte le tubazioni congelate, effettuati collegamenti e ricongiunzioni. Ma è tutto instabile e provvisorio.
In superficie una piazza arlecchino. Con strisce e riquadri rosa sul nero dell’asfalto. Uno spettacolo mortificante. E vergognoso per una città dalla lunga tradizione di rispetto e dignità. Della sua storia e della sua facies.
Piazza Italia, la piazza dell’Unità. A pezzi.
Aiuole distrutte, tanto che è inappropriato chiamare giardino un luogo ridotto all’ecce homo. Terriccio congelato, pianticelle morte. È tutto da rifare.
I danni alle radici di quegli alberi secolari li vogliamo considerare? Secondo gli esperti, quel ghiaccio ha raggiunto le radici dei grandi alberi che punteggiano piazza Italia. Non bastava l’abbattimento dei due colossi pericolanti. Ci sarà da fare dell’altro.
Tabula rasa, di necessità… virtù. Si dice che – quando non si sa, ma prevedibilmente in primavera – si dovrà fare tabula rasa. Perché le radici congelate, morte, disseccate, comporteranno il decadimento inarrestabile di tutti gli alberi interessati dal congelamento.
È necessario rifare l’intera piazza e le tubazioni sottostanti. È troppo facile prevedere che, davanti alle proteste che si solleveranno, sarà inevitabile procedere alla completa demolizione e al rifacimento della piazza e dei sottoservizi.
Sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Almeno per noi, e per tutti quelli che come noi amano questa città.
L’interrogativo “chi paga?”, a questo punto, non è superfluo.
(Foto Gianluca Papalini)