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INVIATO CITTADINO La gente del Borgo Bello piange il gatto Nerone ‘pelosone’

Bigliettini, fiori e ricordi nel suo rifugio

Aveva come locus amoenus un cartone, collocato all’interno di una finestra, sbarrata da una grata metallica.

Ma non si sentiva “prigioniero”. Perché le maglie erano abbastanza larghe da consentirgli di passarci dentro, andandosi ad infilare all’interno di uno scatolone che lo proteggeva dal freddo.

Quanto al cibo, nulla quaestio. I suoi protettori, infatti, gliene fornivano in abbondanza. Anche troppo. Tanto che era diventato rotondotto.

Sta di fatto che abbondano i bigliettini, con dediche, cuoricini, fotografie, frasi di bambini e adulti che si rammaricano per questa perdita.

Possono sembrare manifestazioni puerili. Dimostrano, invece, non un generico animalismo, ma affetto sincero e sensibilità.

Perché Nerone era un patrimonio affettivo sentito e condiviso. Era di tutti. E tanto basta.

PS. Nerone non si riferisce al "carattere" che parrebbe evocare il "cattivo" imperatore romano (che poi tanto cattivo non era). Si riferiva semplicemente al suo colore.

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