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INVIATO CITTADINO Dalla Lanterna all’Arco Etrusco. Un autentico “genovino”

Intervista esclusiva ad Alessandro Tinterri, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo a Palazzo Manzoni

Caro Alessandro, sei in pensione dal 1° novembre 2023. Bilanci, progetti, propositi?

“Più che bilanci, bisogno di voltar pagina per iniziare una nuova vita da… rentier!”.

Spiegati meglio!

“Ora che posso vivere ‘di rendita’, torno da dove sono venuto: a dirigere il “Museo Biblioteca dell’Attore” di Genova, la più importante raccolta italiana di beni culturali teatrali”.

Parlacene un po’

“Fu creata nel 1966 da Alessandro d’Amico, con il quale ho lavorato per oltre trent’anni. È venuto per me il momento di ripagare la fiducia che quasi cinquant’anni fa Alessandro d’Amico accordò a me, giovane laureando, a lui indirizzato per utili consigli circa la tesi intorno alle regie strehleriane di Cechov”.

In cosa consisteva la proposta?

“D’Amico mi propose di cambiare tesi e collaborare alla mostra in programma al XX Festival dei Due Mondi di Spoleto: Virgilio Marchi, architetto scenografo futurista…”.

In che anni eravamo?

“Correva l’anno 1975 e il mio percorso di storico del Teatro partiva dall’Umbria. Ora mi posso permettere di dare il mio contributo, a titolo gratuito, per coadiuvare l’attuale Presidente del Museo Biblioteca dell’Attore di Genova, Eugenio Pallestrini, a risollevare le sorti dell’istituzione genovese”.

Il tuo sentimento verso Perugia?

“Conservo con Perugia un legame particolare: mi diverte definirmi genovino (storica moneta genovese), ‘metà genovese e metà perugino’, e, in effetti, la mia vita professionale si è svolta per metà a Genova e per la seconda metà a Perugia”.

Dunque, hai la Vetusta nel cuore!

“Sto ristrutturando il pied-à-terre di Corso Bersaglieri, dove con la mia consorte Maria Grazia ci sentiamo a casa quanto a Genova. Anche per merito dello straordinario lavoro di volontariato dell’Associazione Borgo Sant’Antonio, che si adopera con energia e creatività per restaurare il borgo e mantenere viva la comunità”.

Da occhio di civis inquilinus, quale la tua sensazione sulla città “cinematografica”?

“Dal 1999, anno in cui sono approdato a Perugia, ho visto chiudere diverse sale cinematografiche (Lilli, Turreno, Modernissimo), ho visto lo Zenith resistere sino a rilanciarsi… ma negli ultimi tempi ne ho visto aprire di nuove, come Méliès, Sant’Angelo e il Postmodernissimo, per me comodissimo, a due passi da casa, che mi ha riportato all’atmosfera di Filmstory, storico cineclub genovese, che frequentavo da ragazzo”.

E che mi dici del Morlacchi?

“Mi sento a casa al Teatro Morlacchi, teatro all’italiana tra i più belli, che all’inizio finanziò l’insegnamento di Storia del teatro e dello spettacolo, da me inaugurato, fortemente voluto dall’allora direttore Franco Ruggieri”.

Il tuo rapporto col TSU?

“Con il Teatro Stabile dell’Umbria si è instaurato da subito un clima di stretta collaborazione, consolidato negli anni, che mi ha consentito di osservare da vicino e apprezzare una realtà teatrale di vaglia”.

Quali i suoi punti di forza?

“Lo Stabile è in grado di coniugare tradizione e innovazione, con un’attenzione unica al circuito teatrale della regione umbra, grazie all’attuale direzione di Nino Marino, coadiuvato da Bianca Maria Ragni e Stefano Salerno. Senza sottovalutare l’ala protettrice del suo Presidente, Brunello Cucinelli”.

Da qui l’attenzione per l’Umbria di grandi figure del panorama (inter)nazionale?

“Certamente. Nessuna meraviglia che Luca Ronconi abbia scelto l’Umbria come luogo di elezione e altrettanto abbia fatto Peter Stein ad Amelia. Qui si respira la storia, fatto non eccezionale in Italia, ma in più si conserva una realtà a misura d’uomo. Contesto che, con la sua quiete, favorisce la concentrazione creativa”.

Hai avuto anche rapporti significativi con Assisi, vero?

“Con Assisi ho sviluppato un rapporto particolarmente intenso, inizialmente nato dall’incontro con Fulvia Angeletti e la sua famiglia, che conduce il Piccolo Teatro degli Instabili. Legame rafforzato in seguito dai due Convegni sul Teatro sacro, organizzati nel 2017 e lo scorso anno, di concerto tra l’Ateneo perugino e l’Accademia Properziana del Subasio, retta da Giorgio Bonamente, e da Pier Maurizio Della Porta, che di quei Convegni ha curato la raffinata parte spettacolare. Quello dei Convegni di Assisi è un cantiere sempre aperto, che credo continuerà a dare frutti con cadenza regolare”.

Intendi, dunque, conservare e privilegiare questi rapporti?

“Il Teatro Morlacchi, i Convegni di Assisi non sono le sole realtà con le quali spero di poter proseguire il dialogo e la collaborazione”.

E cosa mi dici dell’editoria umbra?

“C’è la Collana Morlacchi Spettacolo, nata dall’incontro con Gianluca Galli, oggi coadiuvato dalla figlia Martina: una trentina di titoli in quasi un ventennio di attività. Una linea che sta crescendo a un ritmo costante”.

Gli ultimi titoli usciti dalla vostra factory?

“L’anno scorso due titoli, in occasione del bicentenario della grande attrice Adelaide Ristori (La musica di scena nel teatro di Adelaide Ristori di Matteo d’Amico e Di lei attaccatissimo D. Pedro, carteggio dell’attrice con l’ultimo imperatore del Brasile, a cura di Alessandra Vannucci) e la biografia di Silvio d’Amico di Gianfranco Pedullà, hanno sancito l’inizio di una collaborazione tra l’editore perugino e il Museo Biblioteca dell’Attore.

Incontri significativi nella patria d’Euliste?

“A Perugia ho conosciuto Filippo Coarelli, Paolo Braconi e Giovanna Battaglini, nonché Simonetta Stopponi, che hanno risvegliato in me la passione per l’archeologia”.

Metterai a frutto questi rapporti?

“Con Maria Grazia ci ripromettiamo di fare perlustrazioni, gite e picnic, battendo palmo a palmo la regione, frequentando gli spettacoli, non solo perugini, con un occhio alla Stagione degli Amici della Musica di Foligno, diretta da un caro amico, il maestro Marco Scolastra”.

Dunque, pensione, sì, ma attività e interessi vivi e coltivati!

“Direi decisamente di sì”.

Strettamente personale. Una speciale riconoscenza devo ad Alessandro per la conduzione, spigliata, colta ed elegante, degli incontri con le Compagnie in scena al Morlacchi. Momenti di approfondimento su temi di sicuro interesse e un focus su attori di rango. Senza trascurare i giovani, ai quali fornisce sempre consigli e spunti. Figure, tutte, con le quali Tinterri sa dialogare, offrendo al pubblico uno spaccato umano e culturale del milieu teatrale nazionale.

Foto - Alessandro Tinterri e Perugia

(Foto Sandro Allegrini)

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