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INVIATO CITTADINO Cappella di San Severo. Stavolta le indagini mettono sotto la stessa lente il Maestro e l’Allievo

Perugino e Raffaello insieme, a fuoco, sotto gli occhi (umani ed elettronici) di super esperti e di strumentazioni d’avanguardia

Cappella di San Severo. Stavolta le indagini passano sotto la stessa lente il Maestro e l’Allievo.

Perugino e Raffaello insieme, a fuoco, sotto gli occhi (umani ed elettronici) di super esperti e di strumentazioni d’avanguardia.

Si reiterano le procedure e l’utilizzo delle avanzatissime apparecchiature di LAbDIA.

E stavolta è l’occasione a costituire, di per sé, motivo di eccezionalità. 

FOTO - Cappella di San Severo. Stavolta le indagini mettono sotto la stessa lente il Maestro e l’Allievo


(foto Sandro Allegrini)

La compresenza delle mani del Pievese e dell’Urbinate rende più appetitosa la verifica. Se ne potranno acquisire elementi di sicuro interesse per la storia dell’arte e per la scienza. Anche se – come sottolinea opportunamente Vittoria Garibaldi – un confronto credibile sarebbe quello instaurato fra “questo” Raffaello e “quel” Perugino del Cambio (pure recentemente sotto indagine). Non per stabilire ardite e banali “primazie”, ma per un semplice, ragionevole e credibile referente di natura cronologica. Altrimenti, si rischia di “mettere in lizza” un virgulto adolescente con una radice vecchia, sebbene robusta.

Oltretutto, non lo si dice apertis verbis, ma – con ogni probabilità – di ‘autentico’ Perugino qui a San Severo non ce n’è molto. Per usare una litote.

Giornalisti ricevuti dall’Assessore alla cultura del Comune di Perugia Leonardo Varasano e dalla sua funzionaria Maria Luisa Martella, da Vittoria (sempre colta e gentile) e dall’avvocato Marina Balsamo, in rappresentanza di LabDIA – Diagnostica beni culturali.

Il progetto ha il nome evocativo di “Luci e colori sul Rinascimento umbro, da Perugino a Raffaello. Indagini diagnostiche sulla materia e le tecniche esecutive”.

Del programma itinerante abbiamo già riferito in un paio di occasioni. 

INVIATO CITTADINO Perugino, dammi il polso, che ti stilo la diagnosi

Basti ricordare sommariamente che con l’innovativa operazione si mira a produrre un’omogenea raccolta di dati tecnici in formato digitale sulle opere del Perugino ancora in Umbria, attraverso la diagnostica non invasiva. Analoga operazione viene compiuta nelle Marche. Quei risultati, conferiti unitariamente a quelli umbri, saranno forieri di esiti interessanti.

Il gruppo di lavoro, dal 6 al 9 marzo, è stato impegnato nello studio della decorazione a fresco della Cappella di San Severo, uno dei pochissimi cicli murali dove è possibile vedere l’opera del Maestro direttamente accostata a quella del suo più illustre allievo. Confronto, non agone: è bene ribadire.

Le attività di ricerca hanno come obiettivo l’approfondimento della conoscenza della materia costitutiva e delle tecniche di esecuzione utilizzate.

L’interazione tra campi di ricerca diversi permette di esplorare ad ampio spettro l’opera d’arte interessata e fornire un largo ventaglio di informazioni.

I risultati delle indagini verranno poi messi a confronto con quanto sta emergendo e emergerà dalle altre opere analizzate dal progetto, così da consentire una panoramica eccezionalmente esaustiva su tutte le opere del “Divin Pittore” presenti nel territorio umbro.

Ne scaturiranno un convegno di caratura internazionale e una pubblicazione che rendiconterà, al pubblico generalista e a quello specialista, le acquisizioni maturate dall’esperienza in atto.

Intanto, anche ieri pomeriggio era a San Severo una troupe per la confezione di un documentario che verrà proposto su piattaforme di caratura internazionale. Una ragione in più per andare orgogliosi dell’arte di Perugino, spalmata sul nostro territorio.

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