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INVIATO CITTADINO A proposito di edicole, l'idea di Mauro Monella

Elementi propulsori di iniziative di cultura e di dialogo, innovazioni funzionali e significativi risvolti sociali

A proposito di edicole… Mauro Monella ci propone la sua idea di cosa potrebbero diventare, migliorando la vita e le relazioni tra persone. Elementi propulsori di iniziative di cultura e di dialogo, innovazioni funzionali e significativi risvolti sociali.

“L’edicola – dice l’architetto urbanista perugino – va posta al centro della scena urbana. Anche come dislocazione fisica”.

Non entriamo nella polemica di panna montata che investe le due nuove edicole all’intersezione tra corso Vannucci e via Mazzini.

Ma prendiamo atto di quanto sostiene Monella: “Edicole come luoghi di aggregazione, di cultura, di scambio, di internet”.

Un esempio, in questo senso, può venire dall’Edicola 518 di Sant’Ercolano, animata da giovani, ricchi di idee e iniziative partecipate.

Un’ipotesi era già uscita dalla mente e dalla matita del noto esponente di Italia Nostra. Riguardava via Mazzini, ma ormai – a cose fatte – non è più utile parlarne. Sebbene avesse ricevuto il placet della Soprintendenza, della “Commissione per la Qualità Architettonica e Paesaggistica”, dei gruppi politici e quella, parziale, degli organi comunali (“ma ci fu la fiera opposizione di un funzionario”, ricorda Mauro, “per cui il progetto saltò”).

Ma, a questo punto, guardiamo al futuro. Monella ha compiuto uno studio e propone per piazza Italia il progetto in pagina: “Si potrebbe collocare un’edicola tra le due aiuole che guardano la Banca d’Italia e fiancheggiano il forte flusso pedonale che, uscendo dalle scale mobili, si indirizza verso il Corso”.

Specifica la filosofia che ha ispirato il progetto: “Questa proposta di edicole, poste nel centro della scena urbana, introduce al tema annoso dei vari elementi di arredo che spesso mancano nella zona centrale e pedonale”.

Quali le carenze, a tuo avviso?

“Mancano luoghi per sedere che non siano attrezzature commerciali. Manca il gioco di pavimentazione e punti luce. Mancano accessori come portarifiuti, portacenere, targhe. Mancano vie commerciali attrezzate a salotto, con pensiline, pedane. Manca un’appropriata illuminazione”.

Queste alcune delle criticità dell’arredo urbano della Vetusta. Allora, cosa occorre?

“È necessaria una visione generale, un contesto organico che sappia dare omogeneità e vivibilità, con spazi relazionali tra le persone che non siano tavolini da bar e banali occasioni mangerecce. L’acropoli è diventata un grande fast food, con scadimento generale del suo profilo storico, urbanistico e architettonico”.

Conclude Monella: “ Di tale notevole e impegnativo tema architettonico, la proposta in oggetto vuole essere un avvio consapevole”. Meditate, amministratori, meditate.

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