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Prosegue al Meliès il lavoro di Omphalos con la presentazione di ‘Prossimo tuo. Hotel Milano’ di Pasquale Marrazzo, una drammatica storia omosessuale

Prosegue al Meliès il lavoro di Omphalos con la presentazione di ‘Prossimo tuo. Hotel Milano’ di Pasquale Marrazzo. Primo step di una trilogia. Protagonisti Michele Costabile e il nostro Jacopo Costantini.

La condizione omosessuale tra violenza quotidiana e disamore familiare. Una vicenda che racconta la via crucis di Luca e Riccardo, perseguitati per un amore diverso. In una dimensione antropologica e sociale sottoproletaria partenopea, infarcita di pregiudizio.

I due protagonisti vengono bullizzati da un gruppo di naziskin che massacrano Luca, al punto da mandarlo in ospedale in fin di vita. Da qui muove una serie di comportamenti, da parte dei genitori di entrambi, che renderanno impossibile l’accesso di Riki al nosocomio per stare vicino al suo compagno.

“Come fare del male attribuendone le colpe agli altri” sottolinea il regista Pasquale Marrazzo. Che ricorda come quella storia sia la ‘sua’ storia. Con un viaggio Napoli-Milano e un decennio di abbandono da parte della famiglia. Un esilio senza sconti e senza nemmeno una telefonata. Parenti-coltelli, anche (forse) senza volerlo del tutto.

Sottolinea filosoficamente il regista: “Ognuno vede nell’altro le domande da porre a se stesso: quel che si fa è per il proprio bene o per quello altrui?”. E aggiunge: “Noi napoletani conosciamo l’inferno nella vita quotidiana”. Un inferno che, oltre agli omicidi per strada, assume le forme di una violenza talmente interiorizzata da apparire normale. E perfino logica. Chiunque altro ne resterebbe inorridito.

L’interpretazione è straordinaria, considerando inoltre la spigolosità del tema omoaffettivo.

“Jacopo – ricorda Marrazzo – è fenomenale. Sarà protagonista di un prossimo step in cui vestirà i panni di un giovane padre”.

Interventi del pubblico. Interessante e professionale quello di Carolina Balucani che dichiara la propria commozione e propone sottolineature di rilievo. Anche l’Inviato Cittadino osserva come la “napoletanità”, al di là della connotazione antropologica e spazio-temporale, si erga a metafora delle tante Napoli che punteggiano i cuori e le menti di tanti, troppi individui. Accecati dal pregiudizio. Macchiandosi del reato di lesa umanità.

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