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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Umbria, piccoli segnali di ripresa: più produzione, ma il lavoro non c'è ancora

Indagine congiunturale di Unioncamere Umbria sulle imprese manifatturiere e commerciali, relativa al quarto trimestre del 2013. Bene le imprese alimentari, tessili, chimiche e dei trasporti: male ceramica, carta, mobili ed elettronica

Si allenta la morsa della crisi. L'economia umbra, dopo anni durissimi, migliora in modo lento ma graduale. Ma si lecca ancora le ferite. Soprattutto per quanto riguarda la ricchezza prodotta e il numero degli occupati. Sale la produzione industriale. Migliora il fatturato. E fa sperare l'ottimo dato dell'export che continua a crescere, anche se le piccole e piccolissime imprese della regione non sempre hanno le capacità organizzative necessarie per cogliere le occasioni che offre il mercato globale.

Sono queste alcune delle risposte della indagine congiunturale di Unioncamere Umbria sulle imprese manifatturiere e commerciali, relativa al quarto trimestre del 2013. L'aumento dei segnali positivi va però ancora letto con cautela. Spiega Giorgio Mencaroni, presidente di Unioncamere Umbria: "Dopo molto tempo registriamo risultati migliori. Sono dati che vanno accolti con fiducia. Ma bisogna analizzarli senza dimenticare che siamo ancora lontani dalla situazione precedente alla gravissima crisi vissuta dalla nostra economia. Le imprese umbre hanno pagato un prezzo altissimo in termini di capacità di produzione, di fatturato e di occupazione.

I risultati più incoraggianti arrivano dall'export, dalle imprese femminili e dalle imprese più strutturate che hanno saputo innovare anche nei periodi bui. Nei prossimi mesi tutti i nostri sforzi devono essere concentrati sulla emergenza occupazionale e soprattutto sul sostegno alle piccole e piccolissime imprese che ancora faticano ad uscire dalla crisi". 

I dati dell'indagine di Unioncamere Umbria sono i più aggiornati a disposizione su scala regionale. La ricerca è stata effettuata su un campione di 500 imprese manifatturiere e 300 imprese commerciali. Insieme all'indagine congiunturale, Unioncamere Umbria rende noti anche i dati del Cruscotto Statistico, grazie al quale l'ente camerale fotografa in modo periodico lo stato dell'economia attraverso i dati aggiornati di un campione di oltre 58.000 imprese.

LE IMPRESE MANIFATTURIERE - Nelle imprese manifatturiere i segnali positivi che emergono nel IV trimestre del 2013 sono confermati dai numeri delle singole voci, a partire dalla produzione industriale che fa segnare un + 1,5% rispetto ai tre mesi precedenti. E' il miglior risultato degli ultimi due anni. Rispetto allo stesso trimestre del 2012, la produzione è calata dello 0,2% ma è comunque il dato più positivo degli otto trimestri precedenti. L'indagine conferma anche la crescita della fiducia sul futuro da parte degli imprenditori. 

Le buone notizie arrivano pure sul fronte del fatturato: +1,8% sul trimestre precedente. In particolare, sono le imprese più grandi quelle che fanno segnare la crescita migliore sia in senso congiunturale (+3%) che tendenziale (+5,2%). Significativo il risultato sugli ordini totali, pari all'1,9% in più rispetto al terzo trimestre del 2013. Risale anche il grado di utilizzo degli impianti che nel 4° trimestre del 2013 è arrivato al 65,2%: un buon dato ma ancora molto distante dal 72,4% registrato soltanto due anni fa. Alla fine del quarto trimestre 2013 la media delle settimane di produzione assicurata dal portafoglio ordini, pari a 8,6, raggiunge il livello più elevato degli 8 trimestri di cui si dispongono i dati.

MODA E ALIMENTARI - Migliorano le performances delle industrie alimentari, del tessile e della moda. Vanno meglio anche le industrie chimiche, quelle petrolifere e delle materie plastiche, le industrie meccaniche e dei mezzi dei trasporto e quelle dei metalli. Nel dettaglio, le industrie alimentari stanno crescendo secondo tutti gli indicatori. La produzione e il fatturato migliorano anche nel settore della moda (+1,5% rispetto all'anno precedente): il dato è particolarmente significativo perché arriva dopo la lunga sequenza di risultati negativi registrati nelle precedenti indagini. In questo comparto è marcata soprattutto la crescita delle esportazioni, sia secondo la congiuntura (+6,1%) che in senso tendenziale (+13,4%). 

MALE LE ALTRE - Vanno ancora male le imprese manifatturiere di produzioni storiche dell'Umbria come la ceramica, il legno, la carta e il mobile. Ma anche le industrie elettriche ed elettroniche e le attività di riparazione, manutenzione e installazione.

INDUSTRIE MECCANICHE E TRASPORTO - Molto positivi anche i risultati delle industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto: crescono sia la produzione (+6,6%) che il fatturato (+13,6%). Addirittura il fatturato della componente estera, rispetto al terzo trimestre del 2013, ha fatto un balzo del 21,9% e la crescita sul corrispondente periodo del 2012 è stata del 20,5%. In questo  comparto sale anche il grado degli utilizzi degli impianti e il numero della produzione  assicurata.

CREDITO -  I finanziamenti Per quanto riguarda i canali di finanziamento la quota prevalente delle imprese intervistate (46,6%) ha segnalato di essere ricorsa all’autofinanziamento, il 43,2% al credito bancario, il 6% al credito del fornitore,  l’1,4% al credito agevolato e l’1% agli aumenti di capitale.

LE IMPRESE COMMERCIALI - La crisi rallenta, in modo sempre più evidente, anche per quanto riguarda le imprese commerciali. L’indagine congiunturale di Unioncamere Umbria relativa al 4° trimestre 2013 ha analizzato un campione di 300 aziende.  Vendite Il volume complessivo delle vendite ha fatto registrare un leggero progresso (+0,3%) rispetto al terzo trimestre 2013 a causa della espansione, seppur ridotta, dei consumi natalizi. Ma la variazione percentuale rispetto allo stesso trimestre del 2012 fa registrare ancora una flessione (-1,9%). Un dato negativo che però risulta essere il  più contenuto degli ultimi 8 trimestri. Prezzi Rispetto al quarto trimestre del 2012 i prezzi sono calati dello 0,7%,  soprattutto nel commercio al dettaglio di prodotti non alimentari (-1,1%), ma anche nella grande distribuzione (-0,5%) e nel commercio al dettaglio di prodotti alimentari (-0,2%). 

OCCUPAZIONE - I livelli occupazionali delle aziende commerciali hanno fatto segnare nel corso del 4° trimestre 2013 un incremento dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. Un risultato che, prevedibilmente, è il frutto di un’intensificazione  delle attività negli ultimi tre mesi dell’anno. Il dato tendenziale (-1,4%) sta però a ricordare come la recessione non abbia ancora terminato di produrre i suoi effetti negativi. Investimenti Nel 2013 hanno investito le grandi strutture commerciali  (40,5%), cui seguono a distanza il commercio al dettaglio di prodotti non alimentari (37,1%) e il commercio al dettaglio di prodotti alimentari (35,6%). Circa il 30% degli investimenti complessivi si concentra nella classe degli interventi inferiori a 25 mila euro. I dati mostrano come le imprese abbiano privilegiato l’acquisto di macchinari ed attrezzature (48,9%). Per poter effettuare gli investimenti nel 2013 la metà delle imprese interpellate è ricorsa all’autofinanziamento, mentre il 36,7% ha utilizzato il credito bancario, l’8,1% al credito del fornitore, l’1,5% al credito agevolato e lo 0,5%  agli aumenti capitale. E’ interessante notare come la quota delle imprese commerciali che non hanno introdotto alcuna innovazione in azienda si sia ridotta di circa due punti percentuali passando dal 71,1% del biennio 2011-2012 al 69,2% del 2013. 

CRUSCOTTO - Bene il saldo tra iscrizioni e cessazioni Nel quarto trimestre del 2013, il tessuto produttivo della regione Umbria si è numericamente molto rafforzato: le iscrizioni di nuove imprese sono state, infatti, il 25% circa in più delle cessazioni “non d’ufficio”. Anche per quanto riguarda le unità locali, le aperture sono state molto più numerose 

delle chiusure. Importante sottolineare che il saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni non d’ufficio è soprattutto determinato dalle società di capitali, in cui le prime sono oltre il doppio delle seconde; le società di persone registrano, invece, un saldo negativo.

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