rotate-mobile
Economia

LA DENUNCIA Una bruttissima annata per il vino umbro: il 50% del raccolto perduto. Le cause e gli aiuti

Ad avere la peggio le produzioni biologiche: tutta colpa del maltempo che ha fatto proliferare di malattie fungine. Le analisi di Roberto Di Filippo. Il consigliere Puletti chiede subito l'intervento della Giunta

Dall'incubo siccità alle devastante bombe d'acqua - delle ultime settimane - il risultato purtroppo non cambia: a farne le spese il settore agricolo umbro che si trova ad affrontare anche il caro-energia che ha fatto lievitarr i costi a carico degli agricoltori. L'ultimo bollettino per l'Umbria riguarda uno dei settori in forte crescita e attrattivo anche per il turismo nazionale e internazionale: quello del vino. Le tempeste d'acqua non solo hanno provocato danni diretti - complice anche la grandine - ma hanno provocato il diffondersi in maniera esponenziale - in alcuni territori - di malattie fungine, come la peronospora che sta proliferando soprattutto nei filari di vigna dedicati al vino biologico.  

Roberto Di Filippo, imprenditore vitivinicolo biologico, è stato chiaro nel raccontare cosa sta accadendo per il settore: “In passato ci sono state criticità simili, ma sicuramente questo è un pessimo anno per le produzioni di vino. Per ciò che concerne il biologico ci sono poi situazioni diverse, a seconda delle zone e di molte variabili: in alcune aree umbre, ad esempio, le malattie fungine sono quasi nulle, mentre in altri casi ci sono perdite che vanno verso il 100 per cento, tant'è che in questi appezzamenti non si passerà a raccogliere le uve. Mediamente, reputo che ci siano perdite che si possano attestare intorno al 50 per cento”. Tutti i risultati del passato rischiano di essere azzerati per tamponare le forti perdite a causa di una produzione dimezzata nel migliore dei casi.

“A fronte di tutto ciò – conclude Di Filippo – è necessario guardare a politiche sul lungo termine con forme di intervento che possano garantire un aiuto concreto a tutti gli imprenditori colpiti. Bisogna inoltre fare molta attenzione a togliere quei pochi strumenti che ci permettano di controllare le malattie fungine, come il rame, che negli ultimi anni è stato sottoposto ad attacchi senza ragione”.

Ma tutto il comparto vitivinicolo, anche quello ‘tradizionale’, non è stato risparmiato da questa calamità, come conferma anche Giovanni Dubini, imprenditore agricolo orvietano: “In Umbria si stanno verificando situazioni ‘a macchia di leopardo’ che stanno lasciando uno strascico pesante, andando ad incidere su quantità e qualità dei raccolti. È presto per calcolare l’entità effettiva dei danni che questa stagione instabile sta provocando, ma l’evidenza è sotto gli occhi di tutti”.

Un quadro tecnico difficile che ha portato la Cia-Agricoltori Italiani dell’Umbria a richiedere un tavolo tecnico di crisi del settore regionale e non solo dato che in altre regioni la produzione del vino sta vivendo la stessa difficile situazione.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

LA DENUNCIA Una bruttissima annata per il vino umbro: il 50% del raccolto perduto. Le cause e gli aiuti

PerugiaToday è in caricamento