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Cronaca

"Voglio studiare", pur di contrastarla la violenta e ci concepisce un figlio

A testimoniare in aula oggi, 5 maggio, la migliore amica della giovane costretta a subire anni di violenza. Accusato di violenza sessuale il marito

“Non mi ricordo”. Sono queste le prime parole della testimone. Poi il racconto inizia a scorrere lento. Le parole, o meglio l'incubo, affiorano piano piano. Il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini chiarisce i punti, ferma bene le immagini: “Si ricorda in che contesto venne concepita la figlia della sua amica?”. Ed è proprio a quel punto che l'ennesima storia agghiacciante, fatta di liti e violenze in famiglia, prende forma. “La piccola – afferma la donna in aula – fu concepita a seguito di una rapporto sessuale non voluto”.

Il racconto prosegue. E' una delle migliori amiche della vittima che chiarisce il movente. “Tutto ebbe inizio quando lei confidò al marito di voler riprendere gli studi all'università. A quella notizia l'uomo perse la testa, trascinò la mia amica in camera. Prima la picchiò e poi la violentò”. La donna, a quel punto, guidata da un senso di ribellione, aveva aspettato qualche tempo. Partorita la bambina, aveva deciso di portarla via da Perugia. Poi era tornata  e aveva iniziato nuovamente a studiare.

Ma la storia si complica ulteriormente. Il marito, constatando la determinazione della donna, decide di produrre una documentazione che attestasse l'abbandono della prole da parte della madre. Documentazione che aveva il preciso scopo di allontanare definitivamente la donna dalle sue bambine, una nata a seguito della violenza e l'altra concepita all'inizio del matrimonio quando ancora tutto sembrava essere felice. L'uomo è adesso accusato di violenza sessuale e maltrattamento in famiglia. Prossima udienza il 27 ottobre.

  

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