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Cronaca

Minaccia la moglie con il ferro da stiro acceso: condannato marito violento

L'uomo avrebbe maltrattato anche i due figli in continuazione e colpito la donna con una sedia

Dieci mesi di reclusione, con pena sospesa, per aver colpito con una sedia sulla schiena la moglie e averla minacciata con il ferro da stiro rovente. E poi botte alla figlia incinta e al figlio fino a farlo svenire. Un incubo in casa che è finito solo perché l’uomo, ad un certo punto, è sparito e per due anni non ha fatto avere sue notizie.

È la condanna inflitta a un albanese di 65 anni, difeso dall’avvocato Michela Ulli, per aver sottoposto “in modo abituale e continuativo la moglie e i tre figli” ad “atti di violenza fisica, morale e psicologica e tenendo nei loro confronti atteggiamenti minacciosi, violenti e aggressivi, con frequenza quotidiana così rendendo la vita familiare penosa e insopportabile, tanto da spingere la moglie a tentare il suicidio e la figlia a continui ricoveri in ospedale a causa del forte stress”.

Secondo la Procura di Perugia l’uomo, “in costante stato di alterazione dovuto all’abuso di sostanze alcoliche”, avrebbe picchiato “la moglie fino a farla sanguinare, lanciandole addosso suppellettili, quali piatti, bicchieri, posate, nonché sedie, che talvolta arrivava a romperle sulla schiena”, oltre ad averla minacciata “con coltelli”, strappato “di dosso i vestiti” e spinto “la testa dentro il water”, minacciandola di morte con l’accusa “di avere rapporti promiscui con il figlio”.

Violenze che avrebbe messo in atto anche contro i figli “avventandosi su di loro con schiaffi e pugni e rivolgendo loro insulti e minacce”. In un episodio avrebbe picchiato “il figlio fino a farlo svenire e si interrompeva solo grazie all’intervento dei vicini di casa, che trascinavano via il ragazzo e lo aiutavano a riprendere conoscenza”.

Nell’agosto del 2016 avrebbe inveito contro la moglie “brandendo il ferro da stiro rovente per avvicinarlo al suo volto, per poi colpire violentemente con pugni al volto la figlia, in stato di gravidanza, cagionandole dolori tali da costringerla a nutrirsi con dieta esclusivamente liquida per una settimana”.

In un’altra occasione avrebbe malmenato un’altra figlia “strappandole i capelli, dandole pugni sul ventre e sul viso, fino a romperle un dente”.

In più occasioni avrebbe sottratto il “denaro necessario al pagamento delle spese familiari, quali quelle relative alle spese condominiali, utilizzandolo per spese personali e non premurandosi di cooperare al sostentamento della famiglia”.

La moglie, una albanese di 61 anni, e i figli si sono costituiti parte civile tramite l’avvocato Adelinda Moretti.

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