Crisi Umbria Mobilità, lo spettro di scioperi a catena: "Prefetto convochi i soci"

I soci non danno certezze, gli stipendi arrivano con il contagocce e soprattutto il futuro dei 1200 dipendenti rischia di non esserci. L'esasperazione tra i dipendenti di Umbria Mobilità ha ormai raggiunto il culmine tanto che non si garantisce più da qui ai prossimi giorni il servizio di trasporto. Lo spettro di scioperi in serie anche perchè chi guida il pullman non è più in grado di fare fronte alla propria famiglia a livello economico.

Da qui la decisione di tutti i sindacati di categoria di rivolgersi direttamente al Prefetto Vincenzo Cardellicchio per mettere insieme tutti i soci e le istituzioni attorno ad un tavolo per capire cosa si intende fare prima di mandare tutto alla malora.

"Le Segreterie Regionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa-Cisal e Orsa, con la presente sono a significare alla S.V. il perdurare di una situazione di grave incertezza rispetto al futuro dell'azienda pubblica regionale di trasporto pubblico locale. La gravità della situazione, vista anche la mancanza di riscontro da parte dei Soci alle reiterate richieste di incontro avanzate nei loro confronti dalle scriventi, rischia di minare il clima di responsabilità e di collaborazione fin ad ora garantito dai dipendenti, con la possibilità che si verifichino ripercussioni negative sulla continuità servizio di trasporto pubblico e, più in generale, che si inneschino gravi tensioni sociali, legate anche alle difficoltà economiche dei dipendenti dell'indotto di Umbria Tpl e Mobilità Spa. Per quanto sopra, le scriventi Organizzazioni Sindacali sono a chiedere alla S.V. di attivare un tavolo istituzionale di confronto, convocando con urgenza tutte le parti interessate (Istituzioni, Azienda, Organizzazioni Sindacali)". Se incontro non ci sarà, via libera agli scioperi.