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Cronaca

Tafferugli con la Polizia e sasso nell'occhio di uno steward, tifosi del Grifo sotto processo

In 12 erano stati identificati, denunciati e avevano ricevuto anche il daspo dopo gli scontri di Perugia-Cesena del settembre del 2015

Tafferugli tra tifosi, lancio di oggetti e sassi, poliziotti feriti e uno steward colpito da un sasso alla testa. Il 26 settembre del 2015 allo stadio Curi e nei dintorni, accadde di tutto, con un gruppo di tifosi che aveva atteso l’uscita dell’autobus del Cesena dallo stadio per sfogare la propria rabbia contro l’avversario. Quel gruppo di tifosi, tra indagini, arresti, denunce e daspo, era composto da 12 persone che sono finite nei guai con la giustizia.

Il traffico era rimasto paralizzato per circa un’ora al termine della partita, per consentire ai tifosi del Cesena (circa 800) di prendere gli autobus predisposti per il loro rientro in Emilia Romagna. Durante gli scontri circa una trentina di tifosi perugini avevano provato ad aggredire la tifoseria del Cesena, ma l’intervento della polizia aveva fermato gli scontri. Le indagini della Digos avevano consentito di individuare subito dieci tifosi che erano stati indagati per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, e quelli previsti dalla normativa speciale contro la violenza negli stadi. Fondamentali per le indagini sonostate le immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza dello stadio Curi, di quello della sicurezza urbana dell’area esterna di Pian di Massiano e di quelle effettuate con telecamere mobili dagli operatori della Polizia scientifica.

Un tifoso si era presentato due giorni dopo alla Polizia prendendosi la responsabilità di un sasso tirato contro il bus del Cesena, rimbalzato poi sul viso di uno steward dello stadio, ferendolo ad un occhio.

Tre poliziotti in servizio d’ordine al Curi erano rimasti feriti a causa di alcuni petardi lanciati dai tifosi e con lesioni alle mani e al volto.

I tifosi sotto processo sono difesi dagli avvocati Ludovica Khraisat, Gianluca Bisogno, Stefano Tentori Montalto e Andrea Pierozzi. E a sette anni dai fatti è arrivata la sentenza di primo grado emessa dal giudice Emma Avella che ha assolto tutti gli imputati.

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